mercoledì 15 luglio 2015

Epilogo

John Locke era stato dipinto come un brillante ed irriducibile Capitano durante il suo servizio per l'Alleanza, senza scrupoli e poliedrico durante la sua ascesa tra le multicorporation dal fatturato più ampio del Core. John fu un grande sostenitore della Guerra di Polaris grazie alla quale la sua Corp si arricchì pesantemente e grazie a quei guadagni avviò un programma spaziale che negli anni riuscì anche a far impallidire la Blue Sun. 
Fiore all'occhiello di questo programma fu proprio la SS12 (Space Station 12): una struttura non troppo diversa dai grandi skyplex già esistenti ed in grado di contenere e nutrire 10.000 unità familiari nello spazio dai 24 ai 36 mesi; tecnologia stealth capace di rendere la stazione invisibile ed allo stesso tempo "semplice" da manovrare tanto quanto una comune Firefly. SS12 sarebbe divenuta la prima di molte nuove arche nella traversata spaziale, tuttavia il progetto divenne estremamente costoso e non si riuscì a rendere la stazione autosufficiente sia nel carburante che nelle provviste. Così, la SS12 venne utilizzata da ingegneri e scienziati della Lock per le loro ricerche nello spazio inesplorato, finchè la minaccia Marauders non rese necessario ripiegare con la stazione in una porzione di 'Verse più tranquilla. Per quanto, la tranquillità, negli anni successivi, sarebbe svanita ovunque.

Locke Ind. SS12, Luglio 2524

Il Comando Centrale ha dato a lui il compito di recuperare le informazioni che quella stazione custodisce in totale riservatezza, attraversando porte blindate che si aprono e chiudono secondo procedure di sicurezza che non ha visto neanche dentro al Palazzo del Governo di capital City. Si è lasciato i migliaia di civili - che hanno trovato asilo su quella stazione - alle spalle inoltrandosi adesso dentro l'apparato scientifico, custodito da scienziati, ingegneri e soldati privati con le divise della Lock Industries. Sulla propria divisa, su quella del Capitano Green e del Comandante Robertson, i gradi della 2nd Fleet Alliance.
Raggiungono la fine del corridoio, quella che parrebbe proprio una sala brifing blindata e che attraversa solo lui così come da ordini. Ad attenderlo c'è solo una giovane donna dai capelli rossi dal viso fin troppo conosciuto.
Ammiraglio Russell.
Deputato O'Leary.
Abbiamo poco tempo e dobbiamo portare all'attenzione del Gover..
Ma che diavolo, fatti abbracciare!
L'ha praticamente presa d'assalto, allargando le braccia e stringendosela a sè prepotentemente. E lei lo conosce: sa che sarebbe inutile opporsi. Perciò rilassa le spalle e ricambia l'abbraccio.
La guerra può durare altri cinque minuti per quel che mi interessa. Ma ora che ho abbracciato mia figlia dopo diciotto mesi, potrei anche andare in bocca a quei Marauders. Quello che non mi torna è: appurato che al Comando non freghi un accidenti di far rivedere ad uno dei suoi Ammiragli la propria famiglia in pieno conflitto, perchè mandare me, qui?
Perchè forse possiamo chiudere la guerra.
Mi prendi per il culo.
Assolutamente. Sono stati fatti dei test in questa stazione e gli scienziati hanno raggiunto la conclusione che è possibile creare una frattura nello spazio-tempo in grado di risucchiare la flotta Marauders.
Si. Mi prendi per il culo. Mi stai dicendo che si può creare un buco nero tra noi e loro che faccia da tubo di scolo per quei mostri lì fuori?
Qualcosa del genere. Bisogna che però il progetto venga approvato dal Governo, che le multiplanetarie come Blue Sun e Wayland ci appoggino e finanzino il progetto. Noi abbiamo finito quasi tutti i fondi che avevamo a disposizione, tra ricerca ed il Welfare che mia madre e mia zia hanno voluto avviare su questa stazione.
C'è altro che devo sapere prima di farti uscire da questa stanza?
Se questa operazione avrà successo, la Silver Coalition - con la sua guerra nucleare - potrebbe subire un duro colpo. 
D'accordo. Vai a preparare la tua roba e tieniti pronta per partire entro quattro ore: io torno ad assicurarmi che lo stealth della nave non abbia subito danni. 
Dico a mamma di scendere nell'hangar?
Magari, si. Ah, dimenticavo: saluta tuo marito prima di lasciare la stazione.
Potremmo...
Mi auguro di no. Ma siamo in guerra ed Marauders sono ovunque. Non è sicuro più nessun posto.
Lei annuisce, in un cenno di assenso silenzioso che precede la dipartita del padre che lascia quella stanza per primo. Ha sempre desiderato che suo padre lasciasse i gradi, si dedicasse alla sua famiglia e si dedicasse a lei. L'aveva odiato quando credeva che fosse morto nello spazio e l'aveva odiato quando non ha lasciato neanche quella volta la Marina. L'ha odiato quando è mancato alla festa di laurea e l'ha odiato quando il giorno del suo matrimonio con David non è stato lui ad accompagnarlo all'altare. L'ha sempre odiato per ogni volta che non c'è stato, ma l'ha sempre perdonato ed amato per ogni istante in cui è rimasto vivo. Adesso non lo odia più. Adesso odia la Guerra, odia quei Mostri. Spera che quella guerra finisca, per poter odiare i Criminali che continueranno a tormentare suo padre finchè non sarà troppo vecchio per continuare a saltare da un palazzo all'altro. 

Ormai non teme più che suo padre muoia ammazzato.

end

mercoledì 1 luglio 2015

finally silence

Polaris System, Luglio 2517

Era stato a caccia molti anni prima.
Chernenko è un buco nell'acqua, Capitano.
Aaron gli aveva spiegato che un animale nervoso è più difficile da catturale.
Zatknis', Vasilij! Non ti pago per sentirti parlare.
Altresì, succede il contrario quando l'animale è distratto.
Konets vy platite mne za, sobstvenno, Negr Mudak?
E Volkov è distratto, nervoso. Sta perdendo la presa con i suoi uomini. Sono rientrati in quattro nell'hangar della Tomahawk, uno dei quali con una ferita rilevante ed altri due morti. Un terzo uomo finisce tra i cadaveri, l'ultimo che ha parlato, quando lo stesso Volkov imbraccia quello che sembra un vecchio modello Kalashnikov della terra-che-fu. Il biondo, Vasilij, è più veloce sia ad estrarre che a sparare, ma il colpo della sua pistola manca di netto il Capitano Nero: un colpo a bruciapelo troppo facile per essere sbagliato da un sicario esperto. Volkov, al contrario, non manca la mira, centrandolo in piena fronte.
Grazie per avermi risparmiato del lavoro, Volkov.
Ed è quando l'animale pensa di essere al sicuro, è quello il momento di premere il grilletto. Due spari riempiono l'hangar di quella heavy cruiser: il primo proiettile è per l'uomo del korolevita, dritto in fronte, il secondo è per il blackcoat. E' un colpo pulito, alle spalle: alla spalla sinistra.
Alle spalle, Russell? Shit! Non dovresti dire prima "Arrenditi, è la Marina dell'Alleanz.."
Altri due colpi, questa volta alle ginocchia. Volkov trattiene a stento un ghigno di dolore; eppure sembra provare anche soddisfazione.
Cosa hai intenzione di fare, Ammiraglio Russell? Arrestarmi e spedirmi a Fargate?
I think so.
You love to be an hero. The Alliance's zolotoy hero. Tu non mi sbatterai in prigione, Russell; non ci riuscirono Peers e Aguilar, non ci riuscì Harris, non ci riuscì Chernenko. You won't leave this place. Cinquanta uomini, Russell, e tutti hanno paura di me. You won't leave this place.
Vuoi negoziare, Volkov?
Nessun negoziato. Ma se abbandoni le armi, dirò agli indipendentisti di ucciderti velocemente quando finiranno con te.
I think it's a good way out.
Excatly, you are a dead-man-walking, Russ..
Il suono della voce gli viene mozzata in gola, viene sovrastato dal suono della semiautomatica che spara un altro colpo, in testa all'ex Capitano dei Devils. E lo guarda, il neolondinese, qualche istante ancora prima che il respiro gli venga meno. Prima di spirare e crollare a terra.
Ahm, shut up, piece of shit. I'm tired to talk, of all this talk. Now, finally, silence.
Non prova rabbia, non prova frustrazione. Non pensa di aver perso il controllo. No. Ha sparato consapevolmente. Pensa, invece, guardando il sangue che sgorga da quella carcassa immobile, che avrebbero dovuto sparargli prima di oggi: che forse molte vite sarebbero state risparmiate. Qualcuno, dell'equipaggio di Volkov, è accorso nella stiva della nave sentendo gli spari e le voci: tutti osservano allibiti ed increduli; nessuno si muove e nessuno punta le armi contro l'Ammiraglio.

domenica 31 maggio 2015

time to revenge

Polaris System, Luglio 2517

Sono quasi passati quasi tre mesi da quando ha lasciato Horyzon, un mese dallo scontro con i Marauders ed ormai tre settimane che è prigioniero all'interno dell'Olandese. Volkov passa in infermeria ogni giorno, sempre per una manciata di minuti; in quegli occhi neri come la pece sembra impossibile leggere qualcosa. 

Ha sentito, di sfuggita, da alcuni membri dell'equipaggio che mancano ormai solo un paio di giorni alla nebulosa di Safeport; un'idea che ha sollevato l'umore di tutto l'equipaggio eppure quella notte i propulsori della nave si sono fermati. Fuori dal piccolo oblò dell'infermeria si può scorgere la poppa di una heavy cruiser da trasporto, un Orient probabilmente, affiancata alla nave da guerra.
E' tempo di lasciare la nave, Ammiraglio.
La dottoressa Frey è arrivata rapidamente, con le chiavi delle manette, un paio di pantaloni ed una camicia.
A chi appartiene la nave lì fuori?
E' un mercantile: Volkov sostiene che dentro quella nave ci sia la donna che sta cercando.
Who she're?
Chernenko, la giornalista.
L'espressione stanca del volto, diviene più cupa a quella risposta. Resta in silenzio per quella manciata di minuti nei quali viene liberato e può rivestirsi. Abiti rimmer, circa della sua misura.
Quanto tempo abbiamo?
Le perquisizioni dureranno ancora per un pò. I pistoleri migliori sono fuori ed il pilota è stato anestetizzato.
Qual'è il piano?
Prendere il ricognitore Raptor e lasciare la nave. Non sono un pilota ma un raptor è alla mia portata.
Dimmi dov'è l'armeria, dottoressa: vado a riprendermi quello che mi appartiene.
Non hai capito: non abbiamo tempo. Volkov tornerà da un momento all'altro.
Infatti: tu pensa al raptor, io ho un conto in sospeso con Volkov. Se non ti raggiungo entro un tempo ragionevole, queste sono le coordinate di un posto sicuro.
Le prende il braccio, sollevandolo ed avvicinandosi il suo cortex, sul quale scrive una manciata di lettere e numeri. 
Non mi hai ancora detto perchè stai facendo questo per me, Frey.
Ogni cosa a suo tempo, Ammiraglio.

lunedì 25 maggio 2015

fortune

Polaris System, Luglio 2517

E' ancora vivo, Capitano.
Non sente il battito del proprio cuore, il respiro è lento.
Stato di salute e livello di radiazioni.
Il suono delle voci è lontano ed ovattato, le sagome solo ombre che si smuovono oltre le palpebre.
Debole, molto debole, Capitano: è rimasto senza ossigeno a lungo e potrebbe aver perso alcune delle facoltà cognitive e motorie. Il livello di radiazioni è invece basso e se sottoposto ad cura antirad si riprenderà.
Le palpebre vengono sollevate con sforzo, ma la luce è eccessiva: solo sagome. E quella più vicina gli appare enorme e nera. Non ne riconosce i lineamenti, nonostante la vicinanza.
Prastìtie, tovarish Russell, ma è troppo presto per lasciarci la pelle. Non abbiamo ancora cominciato con te.
Sentire il proprio nome in quella lingua così familiare eppure così ostile, gli fa storcere il naso, digrignare i denti; ma ciò che lo desta maggiormente è sentire con le proprie orecchie il proprio nome.
Occupatevi di lui: lo voglio cosciente entro due giorni e guarito per quando sbarcheremo a Safeport.

Nelle ore precedenti, le voci e le figure gli apparivano come sogni: sfocate e confuse; accenti sconosciuti, altri familiari. Quella imponente sagoma scura era comunque la più ricorrente nelle sue visioni semi-coscienti. Quando riacquista il senno, riesce lentamente a riconoscere una donna bionda e dalla carnagione estremamente chiara, sulla trentina.
Come si sente, Ammiraglio?
Ed un accento rimmer del quale non saprebbe definire la provenienza.
Le mie..medicine..
Boccheggia con difficoltà, sentendo la gola arida come avesse ingerito una uno stufato di braci e cenerei.
Integratori alimentari per il sostentamento degli individui con incroci genetici. 
Sgrana gli occhi a quella rivelazione, indirizzando le sfere azzurre contro quella donna; la guarda sistemargli la flebo con incredula diffidenza.
Non si preoccupi, Russell, quando finiremo la cura anti-rad sarà di nuovo in grado di fare le diavolerie che faceva prima. Ho fatto in modo che continuasse ad assumere le sue medicine.
Why?
Perchè deve essere in forma quando lascerà questa nave.
Why?
Domanda di nuovo, ma questa volta la risposta viene troncata da una voce alta e profonda, che si espande nell'eco dell'infermeria. Si accorge solamente adesso che ci sono letti, ci sono altri feriti, ma che l'unico ad essere ammanettato alla branda è lui.
Drake Russell, bentornato nel mondo dei vivi. Spero che la mia umile astronave sia di suo gradimento: mi scuserà se non avevo previsto che un Ammiraglio sarebbe stato mio ospite.
Ospite..gradito, spero.
Dottoressa Frey, ci lasci da soli.
E la donna che fino a poco prima era la sua unica compagnia, si allontana senza battere ciglio. Finalmente riesce a vederlo quell'uomo, a riconoscerlo e metterlo a fuoco: due spalle larghe che si sollevano da terra per quasi due metri, braccia possenti e forti, la pelle nera come l'ebano e capelli ancora più scuri; sul viso - perfettamente sbarbato - spiccano solo i baffi che incorniciano le rughe di quel volto. E' un uomo sui quarantacinque, ed uno sguardo affilato che in ogni istante penetra nella carne senza arrecare dolore. Un accento di Koroleva che non basta a nascondere il browncoat nero, sul quale spicca la X all'altezza del cuore; non aveva mai visto nessun blackcoat dopo la grande guerra.
Tutte le bluejacks sono ospiti graditi a bordo dell'Olandese; soprattutto perchè i browncoat pagano di più per un Ammiraglio vivo ed in salute.
Tu devi essere Volkov.
Good, possiamo saltare i convenevoli, a questo punto.
Come avete fatto a trovarmi?
Nella ricerca di una vecchia, sgradita, amica, ci siamo imbattuti nel tuo guscio di salvataggio. You are a lucky man, Admiral.
And you're a fuckin' shark.
A very lucky man: perchè se non avessi degli ordini, non saresti così sfacciato nei miei riguardi. Ma non temere, perchè quando i Dust Devils finiranno con te, avrai anche tu un posto sulla cima della torre di Sunset Tower.
Sono le ultime parole del nero, che neanche in quell'ultima affermazione dimostra empatia, rimorso o pietà. Egli invece deglutisce, sentendo che del sudore freddo si è accumulato sulla fronte. Non ha idea di cosa abbia in mente l'infermiera, se realmente esiste un modo di lasciare quella nave piena di indipendentisti e pirati. 

giovedì 14 maggio 2015

determinism

Capital City, Maggio 2517

Sta finendo di riempire il borsone, all'interno del quale è stato inserito solo il minimo indispensabile: a tutto il resto provvederà la Marina e l'Ottava Flotta. Quando il Comando Centrale gli ho proposto di capitanare l'Overlord a capo di uno degli stormi da guerra impiegati a respingere i Marauders lungo il confine, non ha esitato ad accettare.
Mi prometti che tornerai, dad?
Helena ha cercato invano di farlo desistere, di fargli cambiare idea prima di partire. Con Susan ha avuto una conversazione furibonda e pesante tramite cortex, ancora in viaggio di rientro da Roanoke ad Horyzon. Il dovere ancora una volta gli ha impedito di tirarsi indietro, nonostante avesse più di un motivo per farlo. Gli occhi lucidi di sua figlia hanno l'effetto di stringergli lo stomaco in una morsa, quando nella stanza si estende solo il rumore della zip del borsone che si chiude.
Ti prometto che farò di tutto per tornare, honey.
La bacia sulla fronte, la stringe a sè come se volesse memorizzarne il calore. Poi le da le spalle per abbandonare la stanza e subito dopo l'appartamento. Detesta i saluti, soprattutto quelli che portano con loro lacrime amare ed aride.

~

Polaris System, Giugno 2517

Definizione di "propulsori in avaria".
La voce è carica di ansia e tensione, tuonando tramite l'interfono dell'Overlord alla ricerca di una risposta dalla sala macchine.
L'ultima salva laser li ha compromessi irrimediabilmente. Tempo stimato per la completa perdita di potenza: dieci minuti.
L'ultima salva laser, quella esplosa dalla corazzata Marauders e che Lyn West non è riuscita ad eludere: troppo precisa. Una Corazzata di supporto al resto dello sciame nemico che sta mettendo in ginocchio le navi della Marina in quel particolare quadrante.
Prepararsi allo sgancio della testata nucleare. 
Negativo, Ammiraglio: i tubi lanciasiluri sono compromessi.
Ed è la stessa Lyn che annuncia la pessima notizia, dopo aver ricontrollato i danni causati da quell'ultima, bastarda, salva laser. L'analista in plancia di comando sta completando un quadro tattico sfavorevole senza quella testata, contando un numero di perdite alleate quasi dell'ottanta per cento.
Rischiamo di perdere questo quadrante, Ammiraglio.
E se l'espressione sul volto del neolondinese non stesse promettendo nulla di buono, quella eventualità lo costringe a concludere con un respiro profondo e lungo.
A tutto l'equipaggio: ordine di lasciare la nave a bordo degli shuttle e dei gusci entro cinque minuti.
Ammiraglio, la nave non è ancora persa.
Comandante West, ha ordine di impostare una rotta di collisione con la corazzata Marauders.
In Plancia di comando scenda il silenzio, mentre occhi vagamente increduli dei soldati che fino a poche ore prima e per lungi mesi avevano preso ordini da lui, gli si rivoltano contro con disorientamento.
Sala macchine, impostare il collasso del reattore principale in dieci minuti.
Nella sala macchine scende il silenzio, ma il "roger" atono che risale dall'interfono precede le manovre appena ordinate. Risposte affermative arrivano anche dalla plancia stessa e dai corridoi degli shuttle e dei pod. Tutte le navi della flotta con manovre evasive lasciano spazio a quell'ultima azione offensiva della shangdi; un'azione suicida che porterebbe al successo dell'operazione. Lyn è l'ultima a lasciare la postazione, solo dopo aver impostato e la rotta di collisione in una manciata di secondi; ed in una manciata di secondi è addosso al capitano di quel vascello stringendolo in un abbraccio duro e forte, fraterno.
Drake, cosa ne pensi della Marina?
Belle uniformi, belle astronavi ed un palo duro su per il culo.
La risata amara della donna è strozzato dalle lacrime salate che le scivolano sul viso. Allenta la presa e solleva il capo a guardarlo negli occhi.
Dai un bacio ad Helena per me. Ma ora và.
E dopo che Lyn lascia la plancia di comando, resta da solo. Solo in quella scatola di latta che va via via svuotandosi con tutto l'equipaggio. "Collasso del reattore tra 4 minuti", recita intanto la voce metallica del computer di bordo. I Marauders, come avvoltoi attirai da una carcassa invitante, hanno cessato l'attacco ed hanno iniziato manovre di accerchiamento e di abbordaggio.

Quando il conto alla rovescia cessa, un punto nello spazio si illumina di una colossale esplosione, del vascello che fu l'ammiraglia dell'Ottava Flotta, della corazzata Marauders e delle navi accerchiatesi intorno alla prima. Le navi nemiche scampate all'esplosione ripiegano velocemente, disperdendosi.

~

New London, Luglio 2517

Stanno rientrando proprio in queste ore al Porto Federale di Capital City le ultime navi impiegate dall'Ottava Flotta per il recupero dei feriti e dei dispersi dello scontro avvenuto poche settimane fa nel quadrante Polaris. Il portavoce della Flotta ha tristemente annunciato che tra i soldati recuperati non figura Drake Russell; egli ha inoltre annunciato con rammarico la cessazione delle ricerche, poichè "se anche l'Ammiraglio fosse sopravvissuto all'esplosione all'interno di un pod di salvataggio, sarebbe ormai morto per soffocamento". I Funerali di Stato si terranno al cimitero monumentale di Port Virginia, su New London. 

Ai funerali di stato l'aria pesante che si respira è piena di una tristezza solenne, di uomini e donne che piangono nuovamente la perdita di figli, mariti e mogli, fratelli e sorelle, oppure anche solamente amici. Susan nonostante le lacrime versate nelle settimane precedenti, riesce ancora ad averne altre da spendere quel giorno. Helena invece non si stupisce di ritrovarsi gli occhi aridi e di averle finite quelle lacrime; dopo aver compreso che spenderne altre non avrebbero riportato indietro suo padre nè aiutato sua madre a sopportare la perdita. A poche settimane dalla consegna del diploma è li ad ascoltare gli elogi agli uomini morti in quella guerra spietata, con un braccio sulle spalle di sua madre.

Suo padre aveva comprato un appartamento ad Atlantis, con l'augurio di ritirarsi lì dopo il pensionamento; un attico che adesso ospita la piccola cerchia di parenti ed amici del defunto ammiraglio. Si cerca di stemperare quella perdita con racconti ironici e con qualche bicchiere di alcol, ed anche quando qualcuno sorride non è mai gioia. Helena li ha lasciati in salotto, ritirandosi in stanza ad osservare le medaglie al valore del padre e le piastrine militari che le aveva lasciate tempo prima insieme ad una sciarpa di Greenfield; a fianco un borsone pronto ma che deve solamente essere chiuso. I biglietti per Xinhion sono stati acquistati. Le medaglie le mette in borsa, le piastrine le appende al collo e le nasconde sotto il maglioncino. Lascia l'appartamento e New London solo con un bigliettino di saluti. Anche lei come suo padre, detesta i saluti, soprattutto quelli che portano con loro lacrime amare ed aride.

domenica 3 maggio 2015

death silence

Port Madison, Maggio 2517

Il cimitero buddista sorge ad ovest della metropoli, eretto su un altopiano collinare e dentro un grattacielo alto cinquanta piani dalle forme sottili e lineari, che riproducono quelle di una quercia. Scale mobili ruotano a spirale intorno alla struttura mentre dieci ascensori sono disposti nel cuore della struttura; le ampie vetrate rendono l'ambiente estremamente luminoso. Non si sono cadaveri dentro quella struttura, ma solamente ceneri chiuse all'interno di piccoli loculi sparsi ordinatamente tra alberi e giardini artificiali. E come per gli appartamenti di un palazzo in centro, anche qui è il conto in banca a permettere l'accesso ai piani via via sempre più alti.

Ed egli si trova al quindicesimo, nel mezzo, tra epitaffi e hololapidi di persone comuni ed anonime; solo un nome ha un significato per lui. James Russell.

Mio caro Fratello,
speravo che le precedenti lettere, nelle quali ti informavo delle precarie condizioni di salute di nostro padre, sarebbero servite a qualcosa: conosco voi due da molti anni, avete la stessa testardaggine e lo stesso orgoglio e speravo che con quelle lettere almeno tu avresti messo da parte un pò del tuo orgoglio. In questi ultimi mesi in cui gli sono stato accanto, e sono stato accanto a nostra madre, mentre il cancro ai polmoni lo consumava, ho letto nei suoi occhi il desiderio di stringerti tra le braccia e di chiederti perdono, così come ho letto il conflitto tra questo desiderio e la sua idiozia. Lui era un vecchio, con un vecchio modo di ragionare, ma tu no. Ho pianto quando nostro padre è morto: non per il ciclo purificatore di morte e rinascita, ma perchè ho capito di aver perso anche un fratello. Ti sei perso, Drake Russell, dietro il dovere e dietro la divisa: vuoi difendere il 'Verse intero, ma per prenderti cura di persone lontane stai perdendo di vista quelle che ti sono vicine. 
Michael Russell 
p.s.
Speravo almeno di vederti al funerale, con tua moglie e tua figlia. 
Ha riletto quella lettera per l'ennesima volta, soffermandosi soprattutto sulle ultime parole del fratello. E' sempre stato un buon oratore, suo fratello: non si stupisce che sia diventato un accompagnatore affermato nella Shouye. Eppure non può dire che quelle parole cariche di amarezza non siano profondamente vere. Sapeva della malattia del padre e sapeva che sarebbe dovuto partire per una lunga missione nello spazio; avrebbe dovuto trovare il tempo per saldare quel debito. Aiutare suo padre a saldarlo verso di lui. Tira sù col naso e si stropiccia gli occhi, ma trovandoli stranamente aridi; se ne rattrista.
Finalmente hai trovato pace.
E' una conclusione, un sipario. La consapevolezza che non ritornerà più davanti a quella lapide. Perdonare è qualcosa che ha sempre trovato difficile da fare.

domenica 19 aprile 2015

impossible

Central System, Aprile 2517

E' tutto?
Essenzialmente si.
Lyn sta ancora rileggendosi i dettagli dei moduli che la vincolano al totale segreto e silenzio, glie le ha messi davanti che sono ancora in viaggio di ritorno da New London, a bordo di uno degli Avenger della Marina.
E' pazzesco.
Pazzesco, certo. Ma che scelta abbiamo, Lyn?
Lei sbuffa, poggia la schiena allo schienale della sedia di metallo e si porta le mani tra i capelli.
So..?
Tu di crepare da solo non ci pensi proprio, ah?
A cosa servirebbero gli amici, altrimenti?
Fuck you, Drake Russell. 

martedì 14 aprile 2015

dad: i leave

Capital City, Aprile 2517

Dad, I'll go on Xinhion.
E per poco non gli va storto il boccone di roast beef che in quel momento sta mangiando con sua figlia a casa. Può risponderle solo dopo essere scampato al soffocamento.
I'nt understand.
You have.
La guarda con espressione disorientata, come quella di chi si risveglia dopo una sbornia in un posto che non riconosce con un buco di ore che non ricorda.
Sorry Dad, avrei voluto parlartene con più calma e con maggiore preavviso, non ad un mese dalla consegna dei diplomi. Ma sono mesi che non rientri a Capital City se non per sbrigare le tue cose alla base.
Ne hai parlato con tua madre.
Obviously yes.
Continua a guardarla con espressione assorta, come se realizzasse di nuovo quanto tempo abbia disperso, insieme alle energie e alle cure, a favore di chiunque eccetto della propria famiglia e di sua figlia. Ricorda quando la accompagnò al suo primo giorno di scuola, alta quanto un cespuglio di capelli rossicci; ricorda quando le asciugò le lacrime alla fine della guerra, perchè a Serenity Valley si erano persi i contatti con la sua unità; e ricorda quando si fece aiutare da lei a ripassare per bene il diritto penale e civile della costituzione dell'Alleanza, dopo la nomina ad Ammiraglio.
Sei cresciuta troppo in fretta, ginger. Non so se sono pronto a lasciarti andare.
You now that i'll leave, anyhow.
I now. 
Anyway..ho due biglietti per il nuovo film dell'Agente 111 e tu stasera hai un permesso. So..
You can't buy me with my preferit holofilm.
Ma sorride, ironizza con sarcasmo. Inspira a fondo.
I amn't a brick for you.
And I'm not a shame for you.
Can my heart be a shame for me?
Allunga la mano, accarezzandole la guancia e stringendola leggermente in una morsa delicata e ruvida.
Dicono che questa volta Ben Ford ci lascia le penne.
Stronzate: Chan Sai Twan ha ancora troppi soldi da farci con quei film.

Helena Russell, 2517

martedì 31 marzo 2015

crooked ties

Takoma Springs, Marzo 2517

Susan gli ha passatto la bozza di un articolo di giornale di una piccola cittadina della Paris County, una delle meno grandi ma anch'essa alle prese con le prossime comunali. 
L'Ammiraglio Drake Russell è il volto nuovo dell'Ottava Flotta. Ci appare come una personalità schietta e diretta, chiara nelle sue intenzioni: nessun compromesso. E non ci stupiremmo, qualora si presentasse alle comunali o alle presidenziali planetarie, nel vederlo all'opposizione; perchè a lui (e qui cito testualmente) "non interessa piacere alla gente, ma interessa che la gente si senta al sicuro e tutelata". Non provo simpatia per il nuovo Ammiraglio, ma se sarà in grado di porre un freno alla criminalità del pianeta - soprattutto quella violenta, terroristica - per lui sono i miei più sinceri auguri.
Drake finisce di leggere ad alta voce quella striscia di articolo, sollevando gli occhi su Susan che abbozza una sorriso sottile.
Non ti stai facendo molti amici nell'opinione pubblica.
Però mi ha fatto i suoi auguri.
Avanti..scrive per una testata moderata: non può accusarti direttamente di essere un despota o un tiranno.
Ha scritto questo?
Susan ridacchia, incassando la testa tra le mani e scuotendo il capo.
Fanculo le interviste. 

Un paio d'ore dopo, si sta risistemando la camicia dell'uniforme, davanti allo specchio, dentro ad un mini appartamento che sua moglie ha affittato per restare sul pianeta, per seguire le nuove elezioni da vicino per il Capital City Journal. Ha chiesto, ed ottenuto con entusiasmo dei suoi superiori, di tornare a lavorare per la cronaca estera. Del resto lei sa il fatto suo: ha sia alle spalle l'addestramento di base che la Marina dà ai civili, sia l'esperienza per passare inosservata come una buller. 
Sei sicura che questo posto non sia troppo pericoloso per la moglie di un Ammiraglio?
Tranquillo, sto usando il mio nome da nubile.
E per quanto lei cerchi di sembrare rassicurante, lui non riesce ad esserlo: il nodo della cravatta gli viene storto.
Più che altro mi stupisco come tu faccia ogni giorno a prendere servizio quando non sai neppure metterti la cravatta.
Lyn oltre ad essere un ottimo pilota, è perfetta anche a salvarmi il culo ogni mattina.
Si becca un bacio veloce, sulla gobbetta del naso storto, pestato più e più volte. 

Ha ancora qualche minuto prima di dover tornare in servizio, alle prime luci dell'alba.

mercoledì 25 marzo 2015

continuation

8th Fleet Base, Marzo 2517

Ha davanti la domanda di arruolamento di un ragazzo, che legge nel foglio elettronico sulla scrivania. Si occupa dei reclutamenti raramente, lasciando il grosso del lavoro a soldati ben più pazienti ed elastici di lui. Ma in quel caso ha dovuto fare un eccezione. Da il permesso alla segretaria di lasciar entrare il ragazzo non appena è fuori l'ufficio, osservandolo entrare e indicandogli la poltroncina che ha davanti, dall'altro lato della scrivania.
Thomas Richard, nato il diciassette gennaio del 'novantasette a Capital City, Horyzon. Nell'undici è andato a vivere con i nonni materni ad Oak Town e lì è ha conseguito il diploma di perito agrario per poi lavorare al ranch di Fulham fino ad oggi. E' corretto?
Il ragazzo, che ha ascoltato tutto quel prologo con scarso interesse, annuisce.
Corretto.
Quindi, perchè vuole arruolarsi?
Perchè spalare letame mi ha stancato e perchè voglio contribuire.
E sarebbe disposto a rischiare la vita per la costituzione dell'Alleanza?
Mia madre è morta per questa costituzione, combattendo perchè credeva di darci in eredità qualcosa di migliore. Lei ci credeva, ci credo anche io: voglio lasciare in eredità qualcosa di migliore.
Quando il colloquio finisce, congeda il neo soldato che in pochi secondi abbandona quell'ufficio. Pensa che sarebbe stato meglio, forse, assegnarlo ad un'altra flotta invece che proprio all'ottava; ma ormai ha chiuso le pratiche e manda via quel pensiero. 


~

Serenity Valley, Maggio 2511

La pioggia dei siluri lanciati dai mortai indipendentisti riempiono l'aria di detonazioni, oltre che terra, sangue e brandelli di carne.
Resta sveglia, stanno arrivando.
Ha le mani intorno al collo del Capitano, cercando di tamponare una ferita profonda. La giugulare è stata recisa dalla scheggia di uno dei siluri esplosi lì vicino.
Non prendermi per il culo, Tenente.
E non parlare, porca puttana.
La casamatta nella quale sono riparati è stata gravemente compromessa: gli uomini lì dentro con loro temono che un massiccio attacco non farebbe altro che seppellirli lì sotto. In totale sono venti soldati, dei quali solo mezza dozzina non ha riportato ferite gravi, armati con fucili e munizioni raccattati dai cadaveri.
Reed, qual'è la situazione?
Una squadra di bombardieri in arrivo.
E per i feriti?
Aaron abbassa leggermente il capo, scuotendo la testa. C'è una desolazione generale, che viene nascosta dal suono del fuoco amico che risponde ai nemici.
Drake, si chiama Thomas.
Wendy sputa fuori parole e sangue, mentre tossisce quelle poche ultime parole.
Ehi ehi, goldie, stringi i denti.
Si chiama Thomas, Tom!
Le sue ultime parole gli lasciano in petto una forte sensazione di amarezza; un gelo tagliente che dura a lungo. Avrebbe voluto reagire emotivamente in molti modi ma quando i bombardieri dell'Alleanza raggiungono la vallata l'unica reazione che hanno è quella di uscire dalla casamatta prima dei bombardamenti. Prima di restare sepolti in quella fortificazione che diventerebbe una sicura tomba.

Thomas Richard, 2517

mercoledì 11 marzo 2015

say you goodbye

Capital City, Marzo 2517

Lyn ha pensato bene di invitare Drake e Gray nel suo appartamento; a riempire il tavolo la scorta di scotch del Black Oak Ranch vinto alla corsa invernale e confezioni di carne sintetica di Habid, la migliore in circolazione a Capital City, per quanto riguarda la cucina di tradizione araba di Agatha. Non ha mai stretto legami d'amicizia nella marina e quell'uomo e quella donna rendono l'ambiente caldo ed intimo.
Perlomeno così, Drake, non ti fai togliere la promozione prima ancora di aver messo le spalline nuove sulla divisa.
Gray e Lyn prendono bonariamente in giro il neolondinese, visibilmente ancora appesantito da un carico di responsabilità alle quali le sue spalle non si sono ancora abituate: ha ancora in testa gli occhi del Generale Leslie Liu e la sua voce che gli consegna ufficialmente la responsabilità della flotta. Non è ancora mezza notte che i tre sono già sbronzi.
Io sto ancora aspettando il ciondolo con il cuore a metà, Gray.
Sei proprio un fottuto sentimentale, Russell.
Sembrate due caricature sbronze di una qualche telenovelas rosa per donne di mezza età. Com'è che non vi siete pomiciati?
Lyn con abbandona il suo sarcasmo e vederla sbronza è un evento più unico che raro. Ha un sorriso grande, arrossato come gli occhi ed un'espressione goliardica che scema nell'incredulità dopo qualche secondo e solo quando realizza che i due uomini si appiccicano tra loro con le labbra in un bacio che dura alcuni secondi. Poi la donna cade a terra con la schiena e scoppia a ridere; piange perfino.
Questa.. - continua a ridere - Ce ne avete messo di tempo per dichiararvi.
Ma quando idealizza che poteva fotografarli, è già troppo tardi. Borbotta e ride. Ma la festa finisce poco pià tardi, quando il neolondinese striscia fino al bagno per vomitare l'eccesso di alcool con il quale non s'è regolato, avendo perso del tutto il senso del gusto. Le risate nel salotto continuano per altre due ore, quando i due rimasti interi andranno a prendere il nuovo Ammiraglio per spostarlo dalla tazza del cesso alla poltrona.

Il giorno successivo sono nella 503, l'enorme attico in cima ad uno dei palazzi distante pochi isolati dall'Unification park. Gray e Junior sono stati invitati a casa Russell per un pranzo cucinato completamente da Susan, la quale non ha esitato un istante dal prendersi l'intera giornata libera dal lavoro; così come anche Helena ha boicottato l'ultima ora di lezione di biologia. La ragazza non ci crede ancora che suo padre sarà il nuovo Ammiraglio dell'8th Fleet. Eppure per la maggior parte del pranzo non fa altro che parlare con David: pyramid e New London sono i due argomenti più ricorrenti.Quando il pranzo finisce, il buon umore di Helena scema rapidamente e se saluta Junior con una stretta semplice della mano, a Gray si aggrappa in un abbraccio lungo.
Dai questo a Lee per me.
Gli dice, consegnandogli un grosso libro che non appartiene a quelli che l'ex giornalista gli ha regalato: The Wonderful Wizard of Oz. Ed una dedica scritta a mano sulla prima pagina:
No matter how dreary and gray our homes are, we people of flesh and blood would rather live there than in any other country, be it ever so beautiful. There is no place like home.

E' Drake ad accompagnare Gray e suo figlio allo spazioporto, durante un viaggio in auto che sembra essere una delle normalissime tratte fatte mille e più volte insieme. Qualcosa cambia solo nel momento dell'imbarco. Gli stringe la mano ed ottiene in cambio una stretta sulla spalla.
Il nostro è un arrivederci, Gray. Anche perchè mi hai promesso che mi avresti insegnato a giocare a Scatti a Settima. Right?
Right, mate.
Il goodbye conclusivo ha un sapore agrodolce; sorride il soldato, nel vedere le spalle dell'amico e di suo figlio avviarsi all'imbarco e scomparire da lì a breve.

mercoledì 11 febbraio 2015

like a brother

Accampamento militare Magnus, Marzo 2511

Piove da giorni.
Dal cielo cade acqua quando ci sono le nuvole, fuoco anche quando è sereno.
Hai una sigaretta Tenente?
E a quella domanda, Drake ride. Una risata genuina, sincera, corrotta solo marginalmente dal tremore che gli sale dalle viscere ogni volta che rientra da Serenity Valley un corpo mutilato o straziato. Ride quasi come se non ci fosse la guerra; Wendy sorride ma sul suo viso c'è un interrogativo evidente.
Capitano, sono cinque anni che non ti compri una fottuta sigaretta.
Ed adesso anche lei ride, al ricordo di molti anni prima, quando la guerra era solo agli inizi; il sole estivo di Greenfield, l'odore del grano tardivo arato nei campi lì vicino, le voci delle giovani reclute entusiaste di contribuire attivamente a quel conflitto. Ed ora l'atmosfera grigia del cielo inquinato, l'odore del sangue sparso sul campo a pochi chilometri di distanza, le grida dall'infermeria rimasta priva di morfina. Non si ride più. Ma la sigaretta non le viene negata.
Stringi i denti, Drake, siamo quasi alla fine. L'ultimo miglio.
Metafora azzeccata, goldie, anche per un condannato a morte.
Alla fine dell'ultimo miglio, amico mio, c'è la pace. Perciò, non finire dentro una fossa proprio alla fine.
La donna gli batte una pacca calorosa, cameratesca, fraterna ed allo stesso tempo materna.
Cosa farai quando finirà, Capitano? Non ti ho mai chiesto se avessi una famiglia.
Penso che mi ritirerò, Drake. Ho visto più di quanto avessi voluto vedere. Prenderò la liquidazione della Marina e mi comprerò una fattoria di qualche ettaro; qualche vacca per il latte, galline per le uova, qualche stronzata per passare il tempo. E due cavalli per me e mio figlio.
Porca puttana, Wendy, tu hai un figlio?
E l'ho tirato sù meglio di quanto abbia fatto con te. Suppongo che però cinque anni siano stati troppo pochi.
Ed è a quel punto che lui solleva la mano per metterla in testa al Capitano e scompigliarle i capelli in malo modo.
Sei diventata troppo sentimentale, Capitano Richard, in questi anni. Potrei quasi credere che tu abbia un cuore.
Tenente, un altro verso e ti spedisco a pulire le latrine.
Ma Wendy non mette il broncio, nè si altera. Gli anni fianco a fianco hanno reso quel reparto un pò come una famiglia. Il Tenente è lì per congedarsi, sta già avviandosi verso la tenda..
Drake..
Yes?
You're like a brother.
In quel momento ha una strana sensazione mentre lei lo guarda con occhi caldi e mansueti, rari da cogliere sul viso sempre duro e marziale del proprio Capitano. In un primo momento deglutisce, ma scaccia dalla propria testa quel cattivo presagio. Le risponde con un sorriso, le strizza l'occhio. Da lì a breve, saranno richiamati sul fronte, insieme agli altri soldati della Marina.

sabato 31 gennaio 2015

i promise you

Capital City, Febbraio 2516

Susan rientra nel suo appartamento alle 21.30 da praticamente sempre. Non l'ha mai vista oltrepassare quella porta prima delle nove e mezza di sera a meno che non fosse presa qualche permesso. Rientra con la ventiquattr'ore in una mano ed una busta della spesa in un'altra. Sono perlopiù cibi sintetici  in scatola che, con qualche veloce stratagemma, possono anche trasformarsi in manicaretti senza perderci più di una manciata di minuti. Di solito è Helena a far trovare la cena pronta a sua madre, ma la ragazza è ad Agatha con la scuola. Susan è così stanca quella sera, che sta già considerando l'idea di lanciarsi sotto la doccia e poi buttarsi a letto; una stanchezza che si porta dietro da qualche settimana e che le ha fatto perdere qualche chilo. E si allarma quando, entrando, trova prima le luci accese e poi un odore di carne cotta provenire dalla cucina.
Lois sei tu?
Una domanda banale, che le viene fuori quando intuisce che un eventuale male intenzionato non si sarebbe mai preso la briga di cucinare. Si toglie il cappotto e raggiunge la cucina, immobilizzandosi nel vedere suo marito alle prese con la cena. Carne fresca, vino di Greenfield: una cena completa che su quel pianeta gli sarà costato quanto un aperitivo in un Grand Hotel di Corona.
Scusa l'intrusione.
Ribatte lui, cercando lo sguardo della donna che gli viene negato. Un sorriso che non trova.
E' anche casa tua.
Il tavolo è apparecchiato e Susan non deve fare altro che sedersi ed aspettare che l'uomo porti sul tavolo il tutto. Le si siede di fronte, osservandola mangiare qualche secondo prima di farlo anche lui. Nessuno parla finchè il cibo non è finito, la bottiglia non è stata intaccata e gli odori di cotto si sono dispersi nell'aria.
Well, now: se speri che io ti perdoni con del cibo fresco, ti sbaglio.
Ho comprato tutto questo solo perchè potrebbe essere l'ultima volta.
Che significa l'ultima volta? Spiegati..
Vorrei spiegare si, ma una cosa alla volta.
Susan non obbietta, ma si accende una sigaretta che comincia a fumare, mentre gli fa cenno di parlare.
Una donna aveva delle informazioni, su dei terroristi. E l'unica cosa che voleva in cambio da me era...beh, scopare.
Bella consolazione, sapere che mi hai tradito con una donna per il tuo fottuto amore per la patria.
Ikon, Susan. Non si tratta di semplici criminali spaziali. 
Riesumare l'attentato a Capital City è come infilare un dito in una piaga mai chiusa del tutto per la donna. Lei infatti lascia il tavolo, dando le spalle al marito e avvicinandosi alla vetrata. Guarda il riflesso sbiadito che sbatte contro il vetro.
Io voglio giustizia per tutta quella gente morta, per tuo padre. Io ti ho tradito, è vero..
Lascia la sedia anche lui, avvicinandosi alla moglie e afferrandole per le spalle, da dietro. Lei cerca di divincolarsi, ma lui cerca di imporsi. - Listen me! - Le dice con forza, al che lei si arrende alla sua presa.
Ti ho tradito e non posso chiederti scusa. Però ti amo e non voglio perderti di nuovo. E se tu non provi la stessa cosa per me, voglio che mi guardi in faccia e me lo dici qui ed ora: io me ne andrò e non mi vedrai più.
Lui lascia la presa dalle sue spalle e si sposta indietro di un passo, così che lei possa girarsi e guardarlo in faccia e parlare. Ma nel momento in cui muove le labbra, quelle le tremano; gli si avvicina di quel passo per rifilargli un forte schiaffo in faccia,
Ti odio e non posso smettere di amarti.
Poi un'altro schiaffo, più forte, sempre sulla stessa guancia.
Vorrei spararti ma poi dovrei spararmi in petto.
Un terzo schiaffo, che arrossa vistosamente il viso dell'uomo ed il palmo della donna.
Vorrei che tu amassi me più di quanto tu ami il fottutissimo senso del dover..
Lui però la ferma prima che possa schiaffeggiarlo ancora, prima che possa finire quella frase le si avvicina col viso per baciarla sulle labbra. Lei non si tira indietro: solleva le mani per stringergli i capelli con le unghie.
Io non mi farò ammazzare per questo Governo, Susan. Tu ed Helena. non ho altre ragioni di vita. Voi siete il mio cuore ed un uomo non può vivere senza - o a lungo lontano - da esso.
Giuramelo!
Cosa?
Giurami che non mi farai morire dentro, come in queste settimane, mai più. Me lo devi giurare.
Io te lo giuro Susan. E mi dispiace.

Non si schioderebbe da lei per nulla al mondo. Le accarezza i capelli mentre con le labbra le bacia il collo, appena sopra la spalla. La bacia con avidità come se cercasse di memorizzare a vita il sapore che ha la sua pelle.
Poi non ti ho spiegato.
Cosa?
Quell'ultima volta di prima.
E lei sembra già rimettersi in allerta, preoccuparsi.
Riceverò un impianto genetico, nei prossimi giorni, che svilupperà il mio olfatto. L'effetto collaterale è che perderò completamente il senso del gusto.
E questo fino a quando?
Finchè sarò un soldato, Susan. Finchè sarò disposto a rischiare la mia vita per quella degli altri. E ti assicuro, ti giuro, che non sarà per sempre.
Lei sorride. Un sorriso caldo che non vedeva da forse un secolo. - E allora baciami e imprimiti in quella tua testa bacata il mio sapore. - E questa volta è lei ad insistere, coi baci. Con lo stesso entusiasmo di quando erano giovani, dissennati ma non meno innamorati.

sabato 24 gennaio 2015

only in the silent

Capital City, Gennaio 2517

Non rimetteva piede nel suo vecchio appartamento da così tanto tempo da essersi dimenticato le chiavi di scorta a casa sua, quella casa dove non era più il benvenuto anche se dentro di essa ci ha lasciato una fetta enorme di cuore. Ha vagato a lungo per la capitale, senza meta, senza pensare, senza parlare, senza bere. Bevendo l'acqua piovana che gli ha inzuppato gli abiti quanto la barba vagamente rimessa a filo. Potrebbe bussare alla porta George, ma lo sguardo severo e duro del fratello - che tanto gli ricorda il suo - non saprebbe sopportarlo; potrebbe mandare un messaggio a Gray, chiedergli se è in città, ma ha così schifo e vergogna di sè stesso da non poter biasimare l'amico se lo guardasse dall'alto provando quello che prova lui. Non biasimerebbe Gray, che ha perso la donna che ama senza poter far nulla, mentre lui l'ha persa perchè è un idiota.

Bussa alla porta di uno degli appartamenti del centro, di quelli lussuosi e che contengono al massimo cinque appartamenti per piano. E' una porta che conosce relativamente bene, così come riconosce il viso che spunta fuori dalla porta schiusa da dentro.
Ti prendesse un accidente!
Sono ormai le quattro del mattino. Lois ha i capelli spettinati, gli occhi ancora impastati dal sonno ed il viso rilassato dal ricordo di qualche sogno limpido. Non lo lascia sulla porta, accogliendolo nell'appartamento facendogli solo una domanda.
Mi preparo un infuso, ne vuoi?
Lasciando intendere con ormai difficilmente riuscirà a riprendere sonno. Lo sceriffo lascia il borsone annacquato ad vicino al divano, spogliandosi degli abiti fradici che divide tra appendiabiti ed un paio di sedie vicino alla enorme stufa elettrica perennemente accesa l'inverno, talmente grande da scaldare da sola tutto il soggiorno e la cucina comunicante. Lui stesso, rimasto in pantaloni e maglia a maniche corte, si ficca vicino alla stufa. Quando Lois ritorna nel soggiorno lo trova che ha già spento due sigarette e la terza è quasi alla fine. E davanti a quella stufa, tra sigarette, tisana e parecchie pause, le racconta tutto. Il sorriso di Lois è decisamente disarmante: calmo, caldo e tranquillizzante: gli anni passati tra le allieve delle accompagnatrici della Shouye le hanno lasciato addosso una disinvoltura armoniosa che non fa trapelare nulla che lei stessa non voglia.
Lasciale il tempo di calmarsi, poi parlale, spiegale, e vedrai che pian piano le cose miglioreranno.
Non so se sarà come prima.
E tu fà in modo che lo sia. Lei ti non lascerà mai davvero neanche quando ti farai ammazzare dagli indipendentisti.
Nonostante lei riesca a rimettergli il morale qualche spanna più in alto rispetto al fondo del pozzo in cui è precipitato, quella sensazione di vuoto non gli sparisce dal petto.
Comunque, non essere triste. 
Non sono triste.
Guarda che non c'è nulla di cui vergognarsi ad ammetterlo che lo sei.
Non è tristezza: questa è rabbia.
Beh..è alquanto difficile distinguerle, su una faccia come la tua. - Ridacchia, sarcastica. - 
Fossi stato triste avrei avuto la bocca più aperta.
Oh..starò più attenta la prossima volta. 
Intanto lei si alza dalla sedia, prendendogli dalle mani la tazza.
Tu fatti una doccia calda, mentre io ti sistemo una coperta sul divano. L'accappatoio e nell'anta di sinistra, di fianco alla porta.
E finalmente anche lui si schioda dalla seggiola, facendo qualche passo in direzione del bagno; ma prima di raggiungerlo si ferma.
Lois..
Yes..?
You're a sweety friend.
I love you, boy.
Una dichiarazione che viene accompagnata da un sorriso dolce; una dichiarazione limpida e pulita che è piuttosto paragonabile a quella di una sorella, di una madre, che di una qualsiasi amante. Quando le luci si spengono nell'appartamento, il sole ha già ricominciato a rischiarare il cielo di Capital City.


Lois Locke, 2517

venerdì 23 gennaio 2015

i wish nothing

Capital City, Gennaio 2517

L'incrocio genetico non ha avuto effetti collaterali: l'organismo l'ha assimilato alla perfezione. Eppure nonostante riesca già a cogliere dettagli a molti metri di distanza, ha ancora difficoltà a imboccare la strada di casa; nonostante senta i propri muscoli più leggeri, tonici e reattivi, il cuore gli pesa in petto come un macigno ruvido ed ingombrante. La fede, quando viene recuperata dal taschino della giacca, gli brucia tra le dita. E' costretto a rimetterselo in tasca.

E' mezza notte passata. Helena non è a casa: sua zia l'ha portata a sciare in una delle piste invernali costruite sul circolo polare artico di Horyzon. Gli avrà mandato sul cortex almeno due dozzine di foto. C'è anche quella dove un poveraccio si è schiantato contro un palo.

Susan è davanti al suo holodeck, con un paio di grossi occhiali che mette solo quando passa più di dodici ore di fila davanti alle bozze degli articoli da consegnare al suo capo redattore. Quando rimette piede dentro casa, con il suo solito borsone da spalla colmo dei pochi effetti personali che sposta da un pianeta all'altro, trova oltre la porta il sorriso caldo della donna ad accoglierlo; un sorriso che gli fa gelare il sangue. Il borsone viene lasciato vicino alla porta che si chiude alle spalle, avvicinandosi al divanetto occupato da Susan per sedersi di fianco a lei. Annusa l'odore di sua moglie tanto quanto lei annusa la sua inquietudine che non riesce a nasconderle. Le si siede a fianco, leggendo il titolo della bozza. Legge qualche riga, cerca di canalizzare la concentrazione su qualcosa che non siano gli occhi della moglie. Lei sorride.
Da quando, dopo settimane che non ci vediamo, trovi uno stupido articolo più interessante di tua moglie?
Quella domanda è come un pugno sui denti.
Mi dispiace, Susan.
Una frase inutile. Ma è l'unica frase che riesce a sputare fuori dalla bocca. Susan, che non è una donna stupida, ci mette qualche attimo capire che qualcosa non va. Ciò che lei aveva annusato poco prima, assume una sfumatura molto più viva; si sfila gli occhiali da viso: è un viso dai lineamenti non più giovanissimi, con qualche ruga più marcata, circondato da capelli bruni che hanno sostituito ormai da anni la tinta rossa naturale.
Sono andato a letto con un'altra donna.
Il silenzio non riesce a sopportarlo. Parlare è l'unica cosa che riesce a fare: per rispetto nei riguardi della donna che ama, probabilmente per sentire il petto meno pesante. Susan in un primo momento è disorientata, restando a guardare l'uomo con più attenzione, chiudendo il deck e stringendolo tra le mani. Poi il disorientamento si trasforma in un misto di emozioni che Drake non saprebbe neanche chiamare per nome; ha come l'impressione di assistere alla demolizione di un grattacelo in disuso. L'holodeck che gli viene schiantato in faccia non lo vede neanche arrivare, lo sente solamente.
You. You're a ...
Lei non riesce a trovare una parola adatta per descriverlo, lui quando ruota il viso su di lei la vede con gli occhi verdi rovinati dal rossore delle lacrime che le tagliano in due le guance. Il macigno che ha nel petto gli fa mancare il fiato per dei secondi. Lei non dice nulla e non ci sarebbe nulla da dire: incassa la testa tra le braccia, sulle ginocchia soffocando qualche singhiozzo. Lui solleva la mano sinistra, vorrebbe toccarle la testa, la schiena, ma si interrompe. Viene interrotto.
Go out.
E nel tono di Susan è trasparente, la rabbia. Drake non se lo fa ripetere due volte. Si alza dal divanetto e ritorna vicino alla porta, dove aveva lasciato il bagaglio intatto. Non l'ha neanche spostato nella loro stanza. Lo recupera da terra e con l'altra mano prende la maniglia della porta.
I wish..
Nothing.
Una risposta ermetica, definitiva. Le parole gli sono finite. Apre la porta, esce e se la chiude alle spalle. Fa due passi in direzione dell'ascensore, ma si ferma poco dopo. Sente il rumore di qualcosa di fragile che si schianta contro la porta e poi si frantuma. Da dentro.

Passerà la notte nel suo vecchio appartamento: quella notte Lyn è di turno alla Base della Marina.

mercoledì 21 gennaio 2015

i think a horse

Oak Town, Gennaio 2517

La locanda di Thomas Muller è poco più di una bettola, che sembra decente solo all'esterno a causa della sua posizione centrale. La gente va in quel posto perchè o ha pochi soldi e la necessità di restare in città, oppure per consumare incontri clandestini, potendo contare sul discrezione del locandiere. Muller non ha ancora sessant'anni, ha braccia abituate al lavoro manuale e con le quali tira sul bancone due bottiglie di whiskey; un sigaro in bocca che appesta costantemente l'ingresso della locanda e che oscilla leggermente al sorriso sornione che rivolge all'uomo che ha davanti, notando la giovane donna bionda che l'accompagna.
Lei, Sceriffo, è un uomo fortunato.
Chiudi quella fogna e dammi le chiavi della stanza.
I dollari vengono messi sul bancone, così come le chiavi della stanza; vengono recuperate, insieme alle bottiglie di alcol. E tira dritto, verso le scale che portano al piano superiore e alla stanza. Non si gira a guardare la donna che l'accompagna e se lei gli chiede qualcosa risponde solo quando scuotere il capo o annuire gli è impossibile. Poi, una volta che sono entrambi in stanza, è costretto a guardarla e guardarla spogliarsi davanti a sè. Prima di potersi spogliare a sua volta, prima di poterla raggiungere a letto, si scola una delle due bottiglie per intero. La seconda bottiglia viene intaccata di tanto in tanto, mentre il sudore gli scivola addosso, sulla pelle rovinata dalle cicatrici.

E' ancora notte fonda quando lascia la locanda, questa volta con la sola compagnia di Silver, che segue il suo padrone senza che debba tirarlo per le redini, e della seconda metà di whiskey della seconda bottiglia. Sulla neve barcolla, sul ghiaccio rischia di scivolare. La main street fino al Crazy Horse non è molta, ma fatica a raggiungere il saloon.
La tua fortuna, Silver, è che sei un cazzo di stallone. Un cazzo di stupido animale col cervello impostato solo a mangiare, cagare, cavalcare, scopare, muggire. Yes man, sei una cazzo di vacca.
L'alcol è decisamente troppo nelle vene, nello stomaco. E nonostante butti in gola alcol su alcol, non riesce ad annebbiare il ricordo del corpo e della pelle di Jordan, nè a cancellare il sapore e l'odore. Solleva troppo il braccio, per finirsi di scolare la bottiglia, la seconda quella sera, e così anche la testa: scivola all'indietro, sbattendo il culo, la schiena e la testa. Ma non si spacca, così come non si frantuma la bottiglia, attutiti dalla neve. Perde i sensi.

Si sveglia quando sente un principio di assideramento agli arti e alla schiena. E quando apre gli occhi, Silver gli sta lavando la faccia con la lingua.Ed è grazie all'animale che riesce a rimettersi in piedi, attaccandosi alle redini, e a restare in piedi, appeso alla sella. Quando ha di nuovo piantato i piedi a terra, vomita. Si ricorda quello che ha mangiato a cena. E così come è riaffiorata la bistecca di Jimbo, riaffiorano anche i sensi di colpa, la sensazione di disagio e la rabbia canalizzata contro sè stesso. Ha picchiato la testa, pensa che se la sarebbe dovuta rompere. La mano sinistra spesso corre alla fede nel taschino della giacca, ma non la raggiunge mai.
Vorrei essere un cavallo come te, amico mio; o come uno di quei panciuti cani dello sceriffo Mayer. Do you think? 
Il cavallo non risponde, ma sbuffa. Tiene il passo per sè e per il padrone. Ma non lo riaccompagnerà al saloon, ma alla stalla dove ha il suo box. Il fieno sotto il culo, il cavallo a fianco, non gli faranno patire il freddo. 

martedì 13 gennaio 2015

museum

Capital City, Gennaio 2517

Il dottor Jackson le ha dato il permesso di entrare solo nel pomeriggio inoltrato, quando le condizioni di Drake si sono stabilizzate e quando l'hanno trasferito in una delle stanze comuni, seppure nessuno dell'equipe medico si è espresso sulle tempistiche di risveglio del loro paziente. - Potrebbe restare in questo stato anche per settimane - , le hanno detto. Quando ha ottenuto il permesso di entrare nella stanza, esita ad oltrepassare l'uscio, al contrario di Helena che si mette seduta su una sedia vicino al letto, leggendo dal cortex una delle storie più amate da suo padre: "Hooked Heads". Quando Susan ritorna in ospedale con qualcosa da mangiare, sua figlia non ha ancora smesso di leggere: lo farà poche ore dopo, addormentandosi. Cercando di non svegliarla, la adagia sul secondo letto di quella stanza, privo di degenti, coprendola con due spesse coperte. Ed infine è la sua volta di prendere sonno, sulla sedia, con la testa poggiata sulle braccia a loro volta poggiate sul bordo del letto di suo marito.

E' mattina inoltrata. Helena è fuori dalla stanza, in compagnia di Lyn e di sua zia Lois. Lei dorme ancora nella medesima posizione in cui era rimasta la notte passata; viene svegliata da un tocco sottile e lento di una mano familiare tra i capelli bruni e scompigliati. Un tocco che le riscalda il petto prima ancora che sollevi la testa e che incroci gli occhi chiari ed il viso arrossato dalla febbre del suo uomo. - Non volevo svegliarti. - Quella voce soffocata le accende il viso; nel rimettersi in piedi la sedia per poco non ruzzola all'indietro. Non riesce a parlare, non prima che gli sia addosso con il viso e con le labbra non potendo esimersi dal baciarlo come non faceva da troppo tempo; gocce salate scivolano dai suoi occhi sul viso dell'uomo che la trattiene a lui per molti secondi.
Fuck you, Drake Russell.
I love you too, miss Russell.
Prima di poter mettere insieme qualche frase di senso compiuto le occorrono alcuni secondi. Accarezzandogli il viso e la fronte sulla quale la nuova cicatrice è solo il segno meno evidente dello scontro avvenuto giorni prima nel 'rim. Gli prende la mano buona, la stringe, mentre si rimette a sedere.
Morirò prima di te, se continui a tornare a casa in questo stato.
Menti sapendo di mentire: lo sai che le donne vivono più degli uomini.
Perchè perdono tempo a giocare a polo invece di badare alle loro famiglie.
A me il polo non è mai piaciuto.
A te piacciono i criminali, i terroristi e gli indipendentisti invece.
L'accusa non è difficile da cogliere, tanto che l'uomo adagia la testa sul cuscino e si prende qualche secondo per inspirare a fondo e deglutire a fatica.
Tanto valeva che tornavi in servizio nella Marina se devi fare il loro lavoro; perlomeno hai un equipaggiamento decente addosso.
Susan, ne abbiamo già parlato infinite volte: il mio posto è con gli sceriffi e con la gente.
Anche i Soldati badano a noi.
Io non salirò più a bordo di un Avenger allo scopo di bombardare città e pianeti, Susan. Se la Marina, se Aaron Lee e se la Shepard vorranno appoggiare un'altra guerra, io non sarò con loro. Ho giurato di servire il mio Governo e la Legge dell'Alleanza, ma non le mire espansionistiche di Politici ed Industriali.
Sei stato in guerra, Drake. Ti ricordi perchè ci sei andato?
Perchè l'Indipendenza non vincesse e perchè il Core non diventasse il Rim.
E cos'è cambiato adesso?
Prima non vedevo cose che adesso mi sono molto più chiare.
Ma lei non ha modo di replicare oltre su quell'argomento, quando un dad detto a gran voce riempie la stanza insieme alla gioia di una ragazzetta dai capelli rossi che ha ricominciato a piangere. Lacrime di gioia. Helena si fionda al fianco di Drake con prepotenza. Gli ruba il braccio buono e puoi la spalla alla quale si stringe col viso.
Dovresti essere a scuola, sweety.
Oggi c'era la visita guidata al museo della Grande Guerra.
Motivo in più per non saltare la scuola.
Mio padre ha vinto la Grande Guerra e combatte gli indipendentisti tutti i giorni. A che mi serve un museo?
Susan lascia la sedia a sua figlia e le lascia spazio con suo padre. Ma prima di staccarsi da suo marito gli piazza sul viso un'espressione eloquente lontana dall'essere conclusiva. Avranno tempo per parlare ancora, molto più tempo di quanto ne hanno normalmente a causa dei rispettivi lavori. Si attarderà fuori, con sua sorella, con la migliore amica di suo marito. La tristezza e la rabbia si sono sedati dagli occhi aperti di Drake, dopo ore lunghe ed estenuanti. Sa di aver sposato un soldato e sa che deve convivere con l'idea che un giorno potrebbe tornare a Capita City avvolto nella bandiera dell'Alleanza; ma vive con la speranza più forte che quel giorno non giungerà mai.

lunedì 12 gennaio 2015

ordinary day

Capital City, Gennaio 2517

La lezione di Arte l'ha sempre annoiata terribilmente. Il professore spiega alla classe che la conoscenza delle forme d'arte fa parte del patrimonio umano fin dalla Terra-che-Fu e tante chiacchiere che provocano ad Helena un profondo sbadiglio, nascosto a stento dalla manina. Lei ascolta, prende appunti, segue; quando tornerà a casa perderà tempo - a sua detta - ad assimilare i concetti appresi a lezione, ma solo per non rovinare la media. Quando l'uomo panciuto, con un'ampia calvizia di capelli bianchi, sulla sessantina e ormai sulla strada del pensionamento, bussa alla porta prima di entrare per consegnare un foglietto al professore, i ragazzi guardano in silenzio speranzosi di qualche improvviso motivo che li congedi dalla lezione. Il professore però tronca ogni speranza.
Russell, devi uscire.
Uscire?
Si, tua madre ti ha firmato il permesso.
Helena non ha idea del motivo, ma annuisce. Jade, la sua bionda compagna di banco, le sussurra un beata te, prima che l'amica rimetta a posto la cartella e si rivesta del giaccone e dei copriabiti invernali. Raggiungere in pochi minuti l'uscita della Capital City Alliance Public School e mettere infine piede nella utilitaria nera guidata dalla madre.
Che succede Mà.
Susan ha indosso ancora uno dei suoi completi scuri e formali che indossa quando va in ufficio al Journal, sul viso dal trucco leggero le rughe sono tese e lo sguardo è serio. Gli occhi sono leggermente arrossati. Guarda Helena e le accarezza la guancia con il pollice e l'indice della mano destra, prima di rimettere in moto l'auto e guidarla. Quel papà è tornato non ha il suono di una buona notizia ed Helena lo capisce subito. Muove le labbra per chiedere, ma esita, preoccupata.

Il viaggio fino al Blue Sun Hospital è silenzioso. La tensione sale quando l'auto imbocca i cancelli del parcheggio interno e diventa palpabile quando imboccano il reparto di terapia intensiva. Helena segue sua madre un passo indietro, osservano il via vai di dottori ed infermieri; quando sua madre si ferma lo fa anche lei, davanti ad una stanza chiusa - singola - con una finestra che affaccia all'interno. Non guarda dentro, guarda il medico sui trentacinque che si frappone tra loro e la porta della stanza.
Signora, è un parente del paziente?
Sono sua moglie. 
Bene signora. Suo marito ha appena subito un delicato intervento chirurgico al cuore e alla colonna vertebrale, Sono desolato, ma non posso darle il permesso di entrare finchè le condizioni non saranno stabili.
Lei, dottore, invece, deve spostarsi e farmi entrare. 
La giornalista ed il medico discutono, animatamente, per qualche minuto. Helena trova in quella discussione un ottimo diversivo per arrivare alla porta della stanza ed entrare, silenziosamente. Guarda le macchine attaccate a suo padre e legge le basse pulsazioni cardiache sull'encefalogramma. Drake sul letto è incosciente con un boccaglio d'ossigeno sul viso e due trazioni che immobilizzano il braccio sinistro e la gamba destra; nonostante il lenzuolo, le fasciature su tutto il busto sono visibili e arrivano al collo; l'ultima fasciatura cinge la testa e nasconde l'orecchio destro. Se ne frega di ciò che vien detto fuori: lei si accosta al lettino per allungare le manine ed afferrare la mano destra di suo padre, stringerla con tanta forza, facendo attenzione ai tubicini e cercando di trasmettergli calore. Dad. - Le labbra le tremano - Dad. - Le viene difficile parlare. Le lacrime cominciano a rigarle le guance silenziose e copiose, come se gli fossero stati aperti i rubinetti a piena pressione. - Non lasciarmi dad. - Le viene fuori prima che una giovane infermiera, attirata dal baccano lungo la corsia e notando la ragazzina dentro la camera, poggi sulla spalla della ragazzetta una mano. Helena solleva gli occhi umidi e rossi su di lei, tirando sù col naso.
In queste condizioni qualsia persona ci avrebbe lasciato la pelle prima di raggiungere l'ospedale. Tuo padre invece è ancora vivo, vedrai che non morirà.
E lei ascolta quelle parole, ma esita dal volersi staccare da quel posto. Intanto Susan - fuori - non sembra voler sentire storie. Voce non eccessivamente alta, ma che romba in quei metri di corsia.
Senta, dottor Testa di Cazzo Jackson - il cognome l'ha letto sul cartellino - se non si toglie subito dalle palle e non mi lascia vedere mio marito, metto anche lei in terapia intensiva.
Signora, non sia irragionevole..
Irragionevole questo paio di..
Viene interrotta dalla presa di Helena, che dal basso e dal suo metro e trenta scarso, le stringe la vita con le braccia, piangendo e singhiozzando tenendo la fronte premuta sul ventre della madre. Susan abbassa l'ascia di guerra, si piega sulle ginocchia e prende il capo di sua figlia tra le mani. Le bacia la fronte. - Mettiamoci a sedere. - Riesce a calmarla, nonostante tutto; lei stessa si calma seppure occhi rabbiosi vengano indirizzati sul dottor Jackson ogni qualvolta le passi davanti per entrare nella stanza di Drake a controllarne lo stato.