giovedì 11 dicembre 2014

save problems

Capital City, Dicembre 2516

E' rientrato nella 503 che è notte fonda, con un borsone pieno in spalla contenenti gli abiti rimmer portati con sè a Roanoke. Cerca di non far rumore, di accendere solo una piccola lampadina dal proprio lato del letto, mentre delicatamente poggia il borsone sul copriletto bordeax. Susan ci mette qualche minuto a svegliarsi, per via del rumore dei passi; aperti gli occhi ancora appannati dal sonno, guarda suo marito che ha fatto ritorno senza preavviso, senza ammaccature. Sorride.
Parti di nuovo?
New London. Il caso Scar.
Mente, ma Susan non si è svegliata del tutto per accorgersene. Ma distende il braccio cercando il contatto del compagno, assente più di quanto sia presente. Lui si avvicina e si lascia cingere il collo con le braccia di lei; la bacia. Lei vorrebbe tenerselo contro ancora ed ancora, ma l'altro è costretto a tirarsi indietro, riluttante.
Salvo complicazioni, sarò di nuovo a casa in una quindicina di giorni.
Salvo complicazioni. Ma chiude il borsone e se lo rimette in spalla, chiudendosi la porta della camera da letto alle spalle. Non esce ancora, devia nella stanza di Helena. Una volta sull'uscio la guarda dormire in silenzio, trattenendo il respiro ad intervalli regolari come se temesse di disturbarla anche col silenzio. Ma non può andare via senza prima darle un bacio sulla fronte. Si chiude alle spalle anche quell'altra porta prendendo la strada dell'uscita. Ma prima di attraversarla, lascia nel cassetto del mobiletto dell'ingresso la fede d'oro.


Ha aspettato l'avvocato Steel davanti alla porta del suo ufficio, con il borsone in spalla e con un sigaro in bocca. Quando l'altro lo vede lì quasi gli viene un'infarto.
Io di nuovo a Roanoke per tirarvi fuori dai pasticci non ci torno, Russell.
Mi serve un lavoro che non ti ruberà più di dieci minuti del tuo tempo.
Da sotto i baffi grigio scuro, Steel sorride, sollevato e rincuorato. Fa strada fin dentro il proprio ufficio, fin quando non è dietro la sua scrivania dove può accendersi una sigaretta che fuma con gusto, probabilmente la prima del giorno. Drake resta in piedi, limitandosi a buttare il borsone a terra e ad estrarre alcuni fogli di carta.
Le mie ultime volontà.
Un testamento?
Con il lavoro che faccio, meglio avvantaggiarsi.
Steel legge velocemente, storcendo la bocca dove trova errori ortografici evidenti. Ma non commenta. Si ferma solo sull'ultima postilla.
Non sapevo avessi schiavi.
Non ne ho: ma sto andando ad acquistarne su Hall Point. Se dovessi morire, gli schiavi di mia proprietà devono essere liberati.
Direi che è fattibile, si. Metto in ordine il documento e ti invio una copia via cortex.
I due si stringono la mano, si salutano frettolosamente come se l'uno non volesse che l'altro riaprisse vecchie storie di collaborazione. La porta dell'ufficio notarile viene chiuso alle proprie spalle.


La voce femminile al megafono esclama a gran voce: volo per Hall Point, ultima chiamata.
Il corridoio d'imbarco è piuttosto deserto. Il prezzo del biglietto di business class glie l'hanno quasi regalato. "Perlomeno - pensa - l'ultimo viaggio me lo faccio comodo". Non è mai stato famoso, Drake Russell, per il suo ottimismo.