lunedì 21 luglio 2014

four later

Capital City, Luglio 2516

Al terzo colpo sull'uscio dell'ingresso la porta dell'appartamento viene aperto. Di fronte, oltre la porta, Susan sembra sorpresa di trovarsi davanti il suo ex marito. Sono circa le venti, lei veste con un elegante abito da sera nero, smanicato tanto da lasciar visibili le spalle ed il collo mentre invece la gonna copre le gambe slanciate della giornalista fino a metà polpaccio. 
Ehi Drake. Ciao. Ehm, non pensavo passassi stasera, credevo che Helena ti avesse avvisato che stasera aveva una festa di compleanno.
Ma Drake scuote il capo, rivelando le mani che nascondevano un piccolo mazzo di fiori artificiali e che porge ad una Susan ancora più perplessa. Lei esita qualche secondo, accettando i fiori ma indecisa sul da farsi.
Si me l'aveva detto. Speravo avessi qualche minuto per parlare. Ma se stai uscendo - Drake fa un passo indietro, pronto ad una ritirata strategica preventiva - non ti faccio perdere...
No no, che stupida. - Susan scuote velocemente il capo, spostandosi dalla porta. - Entra entra.
E chiudendo la porta quando l'uomo oltrepassa l'ingresso.
Sei...sei molto bella stasera. Cos'è: un gala di beneficenza organizzato dal giornale?
Le spalle della donna sono pericolosamente tese, come se reggessero addosso un peso logorante ed allo stesso tempo pesante. Asfissiante: trattiene il respiro per molti secondi prima di trovare il coraggio di guardare gli occhi chiari dell'uomo e rispondergli.
Drake, lo so che vuoi parlare, ma prima che tu dica qualcosa, devi sapere che ho conosciuto una persona. Un uomo.
L'atmosfera gela in una frazione di secondo. Il sorriso tenuto dall'uomo fino a poco prima eclissa rapidamente, lasciando questa volta che sul suo viso ci sia un'espressione perplessa e confusa.
Non capisco. Quale uomo?
Deglutisce pesantemente, indietreggiando di un passo prima di ritornare in avanti e riacquistare la posizione perduta.
Un uomo.
Susan resta immobile, girando tra le mani quel mazzo di fiori che profumano di aromi sintetici e creati in laboratorio.
Lo conosco da un pò di tempo, Drake. Ma che importanza ha? Siamo separati da quattro anni.
Drake gira intorno nella stanza, senza riuscire a dire nulla; infila le mani nelle tasche dei pantaloni e incassa la testa tra le spalle curve. E' sempre Susan a parlare.
Ci hai voltato le spalle, ti importava solo di quella fottuta bottiglia di whiskey. Sei andato v...
Io avevo un problema Susan! - Il tono della voce si alza di diversi gradi - 
Sei andato via. - Lei invece ostenta una calma apparente fin troppo costruita bene - 
Ma ora sono qui, da te, da Helena. Sono qui per voi.
E l'apprezzo molto Drake. Helena ti vuole bene, ma io non...
Ci vai a letto con quest'uomo?
Drake inspira a fondo, la fissa negli occhi come se la volesse bucare con gli occhi azzurri appannati da una leggera patina cristallina ed opaca. Susan non risponde: ma abbassa lo sguardo. Drake serra la mascella e gira ancora una volta su sè stesso, con lo sguardo alto e la testa gettata all'indietro. L'unica cosa che riempie la stanza di qualche rumone sono le suole degli scarponi pesanti sul pavimento. Quando abbassa lo sguardo, trova sulla traiettoria degli occhi un vaso decorato: lo solleva lentamente, come se stesse guardando le decorazioni quel vaso; poi improvvisamente lo solleva e lo scaglia contro la parete.
Perchè!? Perchè mi fai questo, Susan!?
La voce è alta, colma di collera e una sfumatura di amarezza pesante, mentre sul viso di Susan scendono delle lacrime; quella reazione l'ha irrigidita, spaesata e spaventata. Ma non urla nè scappa: ha il controllo di guardare di nuovo negli occhi il so ex marito ed indicandogli la porta. 
Và a casa, Drake.
E' questa la mia casa. Con voi. 
Dopo lo scatto d'ira, i toni sono di nuovo scemati: calmi.
No.
Drake abbassa la testa, batte i piedi due volte a terra e sfila davanti alla ex moglie fermandosi solo una frazione di secondi per cercare di sollevare la testa. Ma desiste ed invece esce dall'appartamento chiudendosi la porta alle proprie spalle.
Susan, ormai sola, si piega sulle ginocchia, piangendo.
Drake, ormai solo, porta le mano sulla testa stringendola come se se la volesse staccare dalla testa.
Ma riflette: riflette che quattro anni sono difficili da recuperare. E lui sta sbagliando tutto, ancora una volta.

sabato 12 luglio 2014

big beggar

Il mezzo alla piazza di Carpathia Square il monumento troneggia regale ed austero: la riconosce nonostante la fitta nebbia che riempie l'aria; riconosce la pavimentazione così come la fila di colonne che gli sfilano di fianco. Eppure il passo è pesante, come gli scarponi grigio chiaro affondassero dentro a due palmi di neve.
Tenente, il Comandante Hudson ha chiesto di lei.
Si volta per guardare Aaron di fianco a sè, equipaggiato di una mimetica bianca e grigia imbottita e di tessuto termico adatto per temperature di gran lunga più rigide di quelle di Horyzon. Improvvisamente si accorge che anche lui ha in mano uno dei vecchi fucili della fanteria ed a sua volta indossa quelle mimetiche leggere, coperte unicamente dalla giacca antiproiettile e l'elmetto protettivo con lo stemma dei Gray Berets. Anche lo scenario cambia: la pavimentazione è terra coperta da neve e giaccio, le colonne sono palizzate rigide di pietra ed il monumento al centro della piazza non è altro che un enorme totem raffigurante Odino. Si trova nella piazza di Flame, circondato da soldati, uomini dalle folte barbe e donne che imbracciano rudimentali asce e coltelli da caccia. Non sono circondati dalla nebbia, ma da una lenta bufera di neve.
Tenente Russell, speravo fosse ancora qui.
Perchè mi ha chiamato, Comandante? Abbiamo già perso abbastanza tempo in questo villaggio.
Ho bisogno di lei e della sua squadra di supporto: diffido che questi barbari depongano le armi senza combattere.
Drake scuote il capo, storcendo la bocca raggrinzita dal freddo.
Non credo proprio, Comandante.
Sa cosa significa questo, Tenente? - Xavier Hudson picchietta sui propri gradi - Che sono il suo superiore e perciò lei ed i suoi uomini farete quello che io vi dirò.
Sa cosa significa questo, Comandante? - Drake Russell in pronta risposta batte il pugno sul proprio caschetto, grigio e non blu. - Che sono direttamente subordinato al Capitano Richard ed i miei ordini sono di recuperare Johnson e trarlo in salvo prima che i saint gli taglino la testa. E vuole sapere com'è che recupererò Johnson? Prenderò venti dei suoi uomini e li porterò con me; poi una volta recuperato il soggetto di massima priorità lo scorterò con una delle sue navi fino al punto che mi è stato indicato per l'estrazione. 
Solleva la mano destra fino al viso di Xavier e con il palmo gli rifila due buffetti bonari sulla guancia.
Sono certo che ve la caverete anche senza di noi.
Hudson borbotta qualcosa di poco comprensibile, una qualche imprecazione stretta nell'accento di Corona dal quale proviene. Poi si sposta al centro della piazza e sollevando le braccia per attirare l'attenzione su di sè.
Uomini e donne, vecchi e bambini: la civiltà è giunta a voi per salvarvi da voi stessi. Consegnate le armi, questa città ed il pianeta ed in meno di ventiquattr'ore lasceremo le vostre strade.
Per molti secondi cala in silenzio nel centro di Flame, i saint si guardano tra loro perplessi e costernati; un silenzio che viene spezzato dal sibilo di un'ascia che vola fino a conficcarsi in mezzo agli occhi di uno dei Marines. 
A morte gli Invasori! A morte gli Invasori!
Il roboante eco di voci dure e taglienti riempie le strade. E' il caos: Hudson da l'ordine e le bluejacks aprono il fuoco sulla folla, avanzando rabbiosi per diversi metri finchè la folla non viene dispersa. Drake ha impedito ai propri uomini di aprire il fuoco sulla folla, tenendosi in disparte; no, lui ed i suoi uomini non la fanno così la guerra. Ma quando la folla si disperde tra il mucchio di cadaveri autoctoni a terra ci sono anche dei bambini.
Sei un pezzente, Xavier!
Ti sbagli, Drake: sono un vincente.
Si avvicina ad uno dei corpicini riversi a terra, nella neve calda e rossa: un proiettile l'ha preso di striscio tranciandogli la gola, il sangue in parte zampilla per aria ed in parte gli riempie i polmoni; ci metterà un'eternità a morire. Lo ruota sulla schiena, cerca di fargli pressione sul collo per cercare di tamponare come può; gli libera la bocca dalla stoffa calda. Ha i capelli castani, gli occhi marroni: piange e boccheggia in modo convulso. Ha il suo stesso viso.
Daniel, avanti, non mollare.
lentamente l'aria diventa più calda, la neve sparisce così come i soldati in mimetica. Intorno ritorna il sole, la pavimentazione cittadina di Capital City e le colonne dei portici. Il bambino di undici anni ai propri piedi è completamente nero, livido. Muove le labbra, parla.
Hai visto, Drake? Non hai corso abbastanza velocemente. Ed ora sono morto.
Il suono stridente dei pneumatici sull'asfalto seguito da un forte dolore alla testa.


~


Capital City, Luglio 2516

Si sveglia di soprassalto, sudato fradicio e pallido in viso. Il cuore gli batte nel petto a gran velocità. Si guarda intorno: la stanza asettica dell'ospedale il sole delle quattordici entra dalla finestra e gli sbatte sul viso. I palloncini di Elian fluttuano attorno al letto, il mazzo di fiori di fianco al letto è stato sostituito da uno nuovo. Anche i due piccoli origami a forma di cigno e di orso lasciati da Vanilla sono al loro posto, sul mobiletto, di fianco alle caramelle di Virginie ed al cibo nel sacchetto portato da Sebastian. Eppure sul viso del neolondinese c'è un'aria spaesata.
Parlavi nel sonno, ragazzo.
Il vecchio Gerry è a fianco alla finestra, abbassando le tapparelle per eliminare i raggi fastidiosi del sole.
Conoscevi il Comandante Hudson eh?
Purtroppo.
Per certi versi, dovremmo essere grati alla Guerra per aver dato una sgrossata alla feccia del 'Verse.
Drake continua a guardare Gerry con insolita insistenza. Ma quest'ultimo dopo aver abbassato le tapparelle torna sul proprio letto di fronte a quello di Drake.




Gerry Knox, 2516

giovedì 10 luglio 2014

home base

Manhattan, Giugno 2497


Nella sua stanza c'è il silenzio più totale.

La grande lampada elettrica illumina le pareti disseminate di gigantografie di campioni del Pyramid, bandiere degli Starship Troopers e trofei sportivi collezionati fin da ragazzino. Illumina il suo riflesso imbronciato contro lo specchio ed un completo elegante grigio e nero.
Tesoro sei pronto? Guarda che Kate ti aspettava già mezz'ora fa.
Yes, mà. I'm ready.
Mente spudoratamente: è ancora in mutande (ma almeno i quattro peli che ha in faccia se li è tolti); ma alla fine decide a darsi una mossa e adempiere ai suoi doveri.

Mentre si veste, ripensa a come siano riusciti a trascinarlo in quella situazione e a quali possano essere stati gli errori che ha commesso. Tutto è cominciato quando il preside l'ha convocato nel suo ufficio con un sorriso gagliardo sotto i baffetti grigi, conscio di aver trovato il modo di prendere il suo studente 'preferito' per le palle.
Russell, ho saputo che non parteciperai al ballo dell'ultimo anno.
Quest'anno il ritiro dei Troopers è stato anticipato.
Eh no, non ci provare: ho già parlato con l'allenatore e non è così. Ad ogni modo, sei il capitano della squadra di Pyramid della scuola, devi trovarti una compagna e andare al ballo!
Non può costringermi, Signore.
Hai ragione, ma una mia buona parola per l'ammissione alla maturità sono convinto che ti farebbe comodo.
A quel punto il giovane Drake poté solo ingoiare il boccone amaro ed annuire. 
Quando si sparse la voce della chiacchierata col Preside  - da buona tradizione sportiva studentesca - tutto il corpo cheerleader si offrì volontario per accompagnare il capitano della squadra al ballo: ne convinse due ad essere simultaneamente le sue dame per la serata. Fu però costretto a ridurre la compagnia a una quando i genitori delle due ragazze lo vennero a sapere e fecero scoppiare un putiferio nell'ufficio del preside.

Va a prendere Kate con una lux car sportiva - rossa fiammante - comprata con i soldi degli sponsor del Pyramid professionista; una lux car che fa dimenticare i 70 minuti di ritardo. Durante tutto il viaggio Drake annuisce ad ogni domanda che la ragazza gli rifila suo suo abito, sui suoi capelli, sulla nuova rifinitura delle unghie, sull'abbronzatura del centro estetico. Sono solo venti minuti di viaggio ma già non la digerisce più e la consapevolezza che è solo l'inizio lo logora da dentro. Drake odia ballare, odia gli abiti eleganti, odia dover passare il sabato sera dentro la sua scuola.


Dopo un ora intera a ballare uno stupido lento, manda Kate a prendere da bere approfittandone per scappare dalla festa e rifugiarsi nella palestra deserta; la luce è però accesa e l'eco dei rimbalzi della palla da Pyramid si sente dal corridoio. Lyn West è una ragazza del quinto anno, di tre anni più giovane di Drake, con la sua stessa passione per quello sport ma con la differenza sostanziale che lei ha sempre saputo sfruttare a pieno la propria testa.

Togliti quella ridicola cravatta e fatti due scambi con me, fenomeno.
Lei lo sfotte bonariamente, con un sorriso scanzonato e la reale voglia di divertirsi e basta; lui si spoglia di tutta quella ingessatura da gala per restare in camicia. Nell'uno contro uno a Pyramid bisogna essere veloci ed abili a smarcarsi e a sfruttare la disattenzione avversaria per cambiare passo e riprendere il proprio rimbalzo; è gioco di gambe e contatti duri. Finisce che entrambi si ritrovano sdraiati per terra, ridendo come due scemi, guardando il soffitto.
Sentirai la mia mancanza ad ottobre, non negarlo.
Neanche per idea: hai finalmente tolto le chiappe dal posto di capitano.
C'è Billy prima di te.
Ah! Prima che uno yankee venuto da Xanto mi soffi quel posto, i Marines della seconda flotta sfileranno in tutù rosa.
Altre risate che riempiono la palestra, con un eco profondo che incrementa il volume delle stesse. Lyn inspira a fondo, asciugandosi la fronte dal sudore e gli occhi doloranti per le troppo risate.
Senti Drake, cosa ne pensi dell'Accademia Aeronautica di Capital City?
Che vuoi che ti dica: belle uniformi, belle astronavi, un palo duro su per il culo.
Pensavo di arruolarmi.
Puttana Koroleva, ti sei fottuta il cervello?! Hai deciso di passare il resto della tua vita a rispondere "sissignore signore, il cesso è così pulito che perfino Buddha sarebbe onorato di cagarci dentro!"?
Ho superato tutti i test ed ho voti abbastanza alti per chiedere la borsa di studio. Restare qui, scegliere un indirizzo scientifico, so che non fa per me. 
La vede con una forte convinzione negli occhi, una determinazione che aveva visto poche volte. Drake sembra sul punto di ribattere qualcosa, prima di essere interrotto di nuovo.
Drake, non ti sto chiedendo il permesso. Vorrei solo che tu fossi contento per me.
Lyn solleva la schiena da terra e si mette seduta sul pavimento, Drake si gira su un fianco e solleva la mano sinistra per cercare di accarezzarle il viso.
Se passi dalla parte dei Buccaners giuro che ti prendo a calci però, mh! Andata?
Andata.
Un abbraccio forte, energico e pesante.
Ti ho fatto perdere la festa.
Fanculo la festa; sicuramente Kate avrà trovato qualcuno con cui consolarsi.
Beh allora prendi la macchina ed andiamo al Bebop: ho voglia di buon jazz e di buon whiskey.
Stai anche per diventare un soldato, Lyn, ma sei ancora minorenne.
Fossi maggiorenne, non avrei bisogno di portarti con me, sly boy.
Jerk off!
Asshole!


Capital City, Luglio 2516

Sul piccolo mobiletto alla sinistra del letto di degenza dell'ospedale, c'è un pacchetto nuovo di Engine Light affiancato da una letterina chiusa.
Immagino che tu stia soffrendo come un cane senza le tue sigarette. Non ho idea di come potrai fumarle qui dentro ma sono convinta che le vorresti avere con te semmai trovassi un buco infrattato dove infilarci la testa.
Stammi bene sly boy, riprenditi presto.

Lyn
Lyn West, 2516

martedì 1 luglio 2014

small idiots

Capital City, Luglio 2516

Sono circa le sette del mattino. L'appartamento è all'ultimo piano, un grande attico di un palazzo residenziale non troppo distante dalla scuola pubblica della capitale, ed a pochi chilometri dal centro cittadino. La mano destra regge un grosso ombrello mentre la sinistra tiene nascosta dietro la schiena un mazzo di rose variopinte, di carta. Bussa due volte prima che il portone 503 venga aperto da una donna bruna, sulla trentina, vestita di un tailler scuro ed elegante ma sobrio. 
Susan.
La barba, spuntata e sistemata, non nasconde il sorriso del neolondinese. Eppure si potrebbe notare un leggero imbarazzo e soggezione, come di chi non sa cosa aspettarsi da quell'incontro programmato.
Drake.
C'è un attimo di silenzio, durante il quale la porta non viene ancora del tutto aperto. La donna si prende qualche secondo per squadrare dalla testa ai piedi l'uomo che sosta ancora sull'uscio.
Si, scusami, entra pure.
Si sposta, portandosi dietro la porta e permettendo l'ingresso di Drake all'interno dell'appartamento. Si guarda intorno, l'appartamento ammobiliato con gusto in stile moderno e con colorazioni che vanno dal bianco al rosso.
Ho pensato che ti sarebbero piaciuti.
E solo quando è oltre la porta, rimasta aperta, che consegna il mazzo di fiori finti all'ex moglie. Lei non li rifiuta rigirandoseli tra le mani e rigirandosele tra le mani pensierosa.
Quattro anni, Drake. Avresti dovuto comprarne di più, e non di carta, se speravi di farti perdonare così facilmente.
Non sono per quello. Mi sembrava solo...giusto, non presentarmi a mani vuote.
La donna non sembra avere nessuna intenzione di abbandonare l'espressione severa del viso ed il rimprovero stampato negli occhi. La rigidità nella postura sembra voler erigere uno spesso muro tra di loro.
Perchè sei tornato?
Ho smesso di bere, Susan, da mesi ormai. E la Casa di Horyzon ha preso in considerazione la mia offerta di securer per gli accompagnatori. Sto solo cercando di risistemare le cose.
Ma il discorso dei due viene interrotto dall'arrivo della piccola Helena, pronta in divisa scolastica per essere accompagnata a scuola. I capelli rossicci sono legato dietro la testa in una coda ordinata e sul viso chiaro sono presenti delle piccole lentiggini. I lineamenti delle labbra, il colore dei capelli ed il naso sono molto simili a quelli di sua madre; ma gli occhi azzurri e la testardaggine sono tutti di suo padre.
Ciao papà.
Hai deciso di crescere tutto in una volta Helen?
Dov'è lo zio George?
Oggi ti accompagno io a scuola.
La ragazzina sbuffa, superando i genitori ed uscendo dalla porta già pronta a raggiungere l'ascensore. Drake guarda gli occhi della ex moglie la quale scuote leggermente il capo.
Dalle tempo.

~

Le secchiate d'acqua vengono gettate sopra le strade di Capital City, infrangendosi sull'ampio ombrello che copre entrambi, padre e figlia. Non hanno parlato molto in quei minuti di strada a piedi che divide l'appartamento della ex moglie con la scuola, un lungo viale pedonale che costeggia un grande parco.
Come sta andando la scuola.
Mi sembra di essere in una classe di idioti.
Non è bello dire ai tuoi compagni che sono idioti, solo perchè sei più sveglia di loro.
No, dad. Sono idioti. I maschi passano il tempo a lanciare palline di carta agli angoli dei corridoi, accapigliandosi come scimmie; le altre femmine starnazzano con flauti e violini. 
Non riesce a trattenere un lungo sorriso, sentendo quella descrizione colorita dei coetanei di sua figlia, mentre cerca di ricordare com'era lui ed i suoi coetanei alla loro età.
A te non piacciono gli strumenti musicali?
Per fare cosa?
Beh non lo so: un giorno magari potresti diventare famosa come Liqin Hu, oppure entrare nella Shouye.
Ma la piccoletta dai capelli rossi scuote il capo velocemente e ripetutamente, stizzita dalle proposte di suo padre.
Lo zio George ogni tanto mi porta a vedere la Blue Sun Building, e nonno John una volta mi ha fatto vedere il motore a fusione di un Avenger.
La ragazzina solleva la testa, cercando in alto il viso di suo padre.
Sono belle le navi della Marina?
Ne vuoi vedere una, da dentro?
Gli occhi di Helena si illuminano ed il sorriso le riempie il faccino. Annuisce, estasiata.
Non ti prometto nulla, ma posso chiedere al Capitano Aguilar, dell'ottava Flotta, di fartici fare un giro. Che ne dici?
Would be great!
L'espressione estasiata della ragazzina gli potrebbe bastare, come ricordo, da lì a tutta la sua vita, così come il sorriso che gli rivolge colmo di gioia. E poi quando raggiungono l'ingresso della scuola, Helena fa cenno al padre di chinarsi per ridurre l'altezza, e prima di salutarlo gli da un forte abbraccio.
Non andartene più, però.