giovedì 11 dicembre 2014

save problems

Capital City, Dicembre 2516

E' rientrato nella 503 che è notte fonda, con un borsone pieno in spalla contenenti gli abiti rimmer portati con sè a Roanoke. Cerca di non far rumore, di accendere solo una piccola lampadina dal proprio lato del letto, mentre delicatamente poggia il borsone sul copriletto bordeax. Susan ci mette qualche minuto a svegliarsi, per via del rumore dei passi; aperti gli occhi ancora appannati dal sonno, guarda suo marito che ha fatto ritorno senza preavviso, senza ammaccature. Sorride.
Parti di nuovo?
New London. Il caso Scar.
Mente, ma Susan non si è svegliata del tutto per accorgersene. Ma distende il braccio cercando il contatto del compagno, assente più di quanto sia presente. Lui si avvicina e si lascia cingere il collo con le braccia di lei; la bacia. Lei vorrebbe tenerselo contro ancora ed ancora, ma l'altro è costretto a tirarsi indietro, riluttante.
Salvo complicazioni, sarò di nuovo a casa in una quindicina di giorni.
Salvo complicazioni. Ma chiude il borsone e se lo rimette in spalla, chiudendosi la porta della camera da letto alle spalle. Non esce ancora, devia nella stanza di Helena. Una volta sull'uscio la guarda dormire in silenzio, trattenendo il respiro ad intervalli regolari come se temesse di disturbarla anche col silenzio. Ma non può andare via senza prima darle un bacio sulla fronte. Si chiude alle spalle anche quell'altra porta prendendo la strada dell'uscita. Ma prima di attraversarla, lascia nel cassetto del mobiletto dell'ingresso la fede d'oro.


Ha aspettato l'avvocato Steel davanti alla porta del suo ufficio, con il borsone in spalla e con un sigaro in bocca. Quando l'altro lo vede lì quasi gli viene un'infarto.
Io di nuovo a Roanoke per tirarvi fuori dai pasticci non ci torno, Russell.
Mi serve un lavoro che non ti ruberà più di dieci minuti del tuo tempo.
Da sotto i baffi grigio scuro, Steel sorride, sollevato e rincuorato. Fa strada fin dentro il proprio ufficio, fin quando non è dietro la sua scrivania dove può accendersi una sigaretta che fuma con gusto, probabilmente la prima del giorno. Drake resta in piedi, limitandosi a buttare il borsone a terra e ad estrarre alcuni fogli di carta.
Le mie ultime volontà.
Un testamento?
Con il lavoro che faccio, meglio avvantaggiarsi.
Steel legge velocemente, storcendo la bocca dove trova errori ortografici evidenti. Ma non commenta. Si ferma solo sull'ultima postilla.
Non sapevo avessi schiavi.
Non ne ho: ma sto andando ad acquistarne su Hall Point. Se dovessi morire, gli schiavi di mia proprietà devono essere liberati.
Direi che è fattibile, si. Metto in ordine il documento e ti invio una copia via cortex.
I due si stringono la mano, si salutano frettolosamente come se l'uno non volesse che l'altro riaprisse vecchie storie di collaborazione. La porta dell'ufficio notarile viene chiuso alle proprie spalle.


La voce femminile al megafono esclama a gran voce: volo per Hall Point, ultima chiamata.
Il corridoio d'imbarco è piuttosto deserto. Il prezzo del biglietto di business class glie l'hanno quasi regalato. "Perlomeno - pensa - l'ultimo viaggio me lo faccio comodo". Non è mai stato famoso, Drake Russell, per il suo ottimismo.

giovedì 27 novembre 2014

tremors

Capital City, Novembre 2516

Il portone 503 è stato tirato via dai cardini, lasciato di fianco ad un buco nel muro dal quale passano una manciata di operai con attrezzi da lavoro. Anche le finestre sono state tirate giù, impilate le une sulle altre al centro del soggiorno, riorganizzato per far spazio ai lavori. Drake è nel soggiorno, con la mano appesa alla fasciatura di sostegno ed una maglia a maniche corte che lasciano intravedere la linea delle bende tenute sotto di essa, intorno alla fascia addominale. Controlla con occhio vigile che nulla venga lasciato al caso: il nuovo portone blindato, le finestre oscurate dall'esterno di vetro rinforzato da polimeri antiurto ed antiproiettile, il sistema di videosorveglianza all'avanguardia messo in alcuni punti critici dell'attico in cima al 50esimo piano di quel skyscraper lungo Dorian Street. Susan invece ha finito di fare il caffè, servendolo nella mezza dozzina di tazzine buone di ceramica per gli operai.
Non pensi di esagerare, Drake?
Susan si pone di fronte a suo marito prendendogli la mano sinistra e tastando nei punti lividi di quell'arto, valutandone lo stato di guarigione.
Sono modifiche che avrei dovuto apportare già da diverso tempo.
Abbassando lo sguardo prima sulla mano, stiracchiando un'espressione dolorante quando la donna preme su un punto in particolare, per poi risollevare gli occhi su di lei.
Questo è uno dei quartieri più sicuri..
Non per Hall Point.
La risposta dell'uomo è secca, dura e severa. Le rughe sul suo viso si marcano sensibilmente, prima di inspirare a fondo e massaggiarsi la fronte con forza, neanche stesse cercando di levigare la fronte tesa e nervosa. Susan sorride, apprensiva; sposta le mani sulle spalle dell'uomo e si solleva sulle punte per arrivare con le labbra sulla sua fronte.
Vedrai che andrà tutto bene.
E poi baciarlo sulle labbra, trovando e ottenendo un espressione meno tesa di Drake, quando si stacca da lui.
Vado a riprendere Helena e la porto in ufficio con me.
Drake annuisce, lasciando una carezza sul viso della moglie prima di seguirla qualche istante con lo sguardo mentre si allontana. Poi, ritorna a controllare il lavoro - impeccabile - degli operai e dei tecnici.

venerdì 21 novembre 2014

leeches

Madrida, Giugno 2505

Dal piccolo ranch di Aaron si arriva facilmente al fiume che attraversa i 10 ettari di terra che ha acquistato insieme alla sua giovane sposa 'traker. Marie ha tre anni meno di Aaron, la pelle abbronzata dal sole e le mani ruvide dai lavori manuali nel ranch; il sorriso e gli occhi verdi li ha trasmessi anche ai loro due figli di sei e quattro anni.

Ogni anno, l'estate, i coniugi Reed invitavano Drake e Susan nella loro tenuta, in concomitanza con la festa della trebbiatura del grano. Drake da quando aveva imparato a cavalcare, non si faceva pregare per partecipare al rodeo che si teneva con quell'evento; e Susan ne approfittava per far respirare l'aria di campagna ad una Helena che non ancora aveva compiuto due anni,

Le due donne ridono sotto la veranda, tenendo sotto controllo i figli che - chi più chi meno - si aggirano nei loro pressi. I due uomini sono invece alle stalle, spazzolando i loro giovani ed aitanti cavalli.
Vendete tutto e trasferitevi qui, Drake. L'hai visto anche tu, si sta bene.
Non è possibile, la nostra vita è a Capital City. Non possiamo mollare tutto e venire qui.
Io l'ho fatto.
Ma io non sono come te, amico mio. Nè lo è Susan. Oggettivamente: ragiona.
Aaron è costretto ad annuire, non potendo dare torto al compagno. Ma c'è qualcosa che - da quando sono sbarcati su quel pianeta - vorrebbe chiedere e che gli viene fuori solo adesso.
Indiscrezioni dal Comando Centrale?
Solo indiscrezioni, Aaron.
Ad esempio?
Sta per scoppiare la guerra.
Espelle quella frase come se fosse bile, acida e corrosiva.
Si parla di mesi. Alcuni accordi diplomatici sono andati a puttane e l'Intelligence ha riportato informazioni secondo le quali molti Mondi Indipendenti - in particolare Hera - stiano convogliando armi e astronavi.
Temevo questa notizia. Speravo fossero solo voci.
Vedrai che il conflitto terminerà prima di iniziare. Le forze dell'Alleanza sono superiori e meglio organizzate. Ed abbiamo più uomini.
Non lo so, Drake. Da queste parti stanno già parlando di arruolamenti volontari. Marie ha detto che si arruolerà con questi Indipendentisti.
Non lasciarglielo fare. Prendi tutto e torna ad Horyzon.
Ma Aaron non risponde, scuotendo il capo dubbioso e cercando di cambiare argomento; di ficcarsi in faccia un sorriso e di spazzolare il cavallo. - Oggi è giorno di festa, pensiamo a divertirci. - Si ripete e ripete al suo unico interlocutore.

~
True Marsh, Ottobre 2508

Il Capitano Richard aveva mandato Drake ed Aaron in perlustrazione rapida al fine di tentare un approccio con i locali, permettendo allo stesso tempo a Sebastian di seguire i due uomini in pattuglia.
Fa caldo a quella latitudine, prossima all'equatore; il villaggio è piccolo, rurale, immerso in una immensa foresta tropicale e costruito con canne di bambù, legnami e sterpaglie varie. La popolazione comunque, nonostante i timori e la diffidenza iniziale, si dimostra amichevole: Loro ci spiegano che il loro villaggio è circondato quasi completamente dalla True Marsh, le paludi sacre dalle quali solo un uomo senza peccato può uscirne vivo.
Dieci dollari che voi due non ne uscite vivi.
Ironizza Aaron, cinico riguardo quelle storie alle quali non crede minimamente.
Facciamo 50. - Ribatte Sebastian alla scommessa. - E quando, ne usciamo vivi poi ti immergi anche tu.
Nessun bagno.
Drake non è dell'idea di ironizzare.
Piuttosto, Aaron, rientra al campo e dai il via libera alla Richard; io aspetto che Gray finisca con il suo reportage. Anche se non ho ancora capito cosa c'è da riportare in questo buco.
Documentare, Russell.
Finiscila di correggermi, o la prossima volta col cazzo che ti metto nella mia squadra.
E' il Capitano Richard a comandare, o sbaglio?
And..and you're a bit of shit, Gray Holmes.
A bit of shit bigger then your brain.
Non hanno ancora finito di discutere, che la piattaforma sotto ai loro piedi costruita con le canne di bambù cede, facendo cadere i due corer nella palude. La pozza della verità, la chiamano i locali.
L'avrebbero dovuta chiamare La Fottuta Merda del buco di Culo nel centro del Nulla.
Drake non può fare a meno di inveire. Quello che non sapevano è che le paludi pullulavano di sanguisughe; sanguisughe che i due - nudi - sono costretti a togliersi l'uno dall'altro.
Non lamentarti, Russell, e toglimi quella che mi si è attaccata dietro il culo: io non ci arrivo.
Tu e la tua fottuta riportage.
Reportage, Russell. R-E-portage.
~
Takoma Springs, Novembre 2516

La porta della propria stanza è aperta. L'orario delle visite all'ospedale quasi finito. Non si aspetta che qualcuno bussi alla sua porta.
E' aperto.
Drake sta leggendo un libro di Algebra Lineare: dall'operazione gli è rimasta in testa la trigonometria e sta cercando di capirci qualcosa.
Stai cercando di farti medico, Russell?
La voce che sente ed il viso che spunta sull'uscio della porta li riconosce. Aaron Reed. Si presenta con un completo intero rimmer, fatto su misura, accompagnato da qualche gingillo di valore ed un paio di pistole dal calcio rifinito in oro e qualche accorgimento personalizzato che rivaluta considerevolmente il suo armamentario nuovo di zecca.
Vedo che ti tratti bene, Reed.
I due si guardano senza cordialità.
Saltiamo i convenevoli, man. Sto cercando una persona che tu conosci bene: Sebastian Gray Holmes.
E che cazzo vuoi da me.
Quanta aggressività, Drake. Credevo fossimo amici.
Ho perso molti amici a Serenity Valley, compreso Aaron Reed. L'ho seppellito con sua moglie ed i suoi figli a Madrida.
Il libricino viene chiuso, così come le mani sopra le ginocchia.
Non mi faciliti il lavoro così, Russell.
Lavori per Hall Point ora?
Lavoro per chi mi paga bene. E dovresti farlo anche tu.
Allora spero che ti sia messo da parte dei soldi per il tuo funerale, honey.
Aaron scuote la testa, con in viso un'espressione delusa.
Mi dispiace, my friend.
Ed esce fuori dalla stanza, oltre la porta. Drake resta a vedere in quella direzione con i pugni chiusi a forza ed il libro che diventa il suo punto di sfogo: l'afferra, lo scaglia contro il muro dal quale viene giù un pò di intonaco. Un Fuck you, bitch che gli rimane sullo stomaco.

sabato 8 novembre 2014

cold smell

Capital City, Novembre 2516

Il borsone da viaggio viene organizzato con perizia, mettendo all'interno abiti spessi e pesanti.
Farà così freddo a New London?
Mi hanno detto che ha cominciato già a nevicare.
Helena aiuta suo padre nel piegare e nel mettere gli abiti in valigia. Abiti che basteranno per un paio di giorni, un fine settimana oltremondo. Sono quasi dieci anni che Drake non rimette piede a New London, che ha tagliato tutti i ponti con i propri genitori, escludendoli completamente dalla propria vita e da quella della sua famiglia. Il proprio orgoglio fatica ancora a capire perchè Drake abbia improvvisamente deciso di ritornare sui propri passi: cerca di farsi sentire, scalciando nella testa del suo ospite; ma la voce della ragazzina riesce ad anestetizzarlo ogni volta che la sente.
Zio George mi ha fatto vedere delle foto dei nonni, a casa sua. Tu non ne hai casa. Perchè?
Io e il nonno - Esita. Ingoia. Prosegue. - abbiamo avuto delle divergenze.
Ti ha cacciato via di casa, mi ha detto lo zio. E' per questo che lo odi?
No, Helen, non è per quel motivo.
Ritorna a guardare nella valigia ma smettendo di metterci dentro i vestiti.
Ma questo non significa che tu non li debba conoscere.
L'aggiunta conclusiva è un sigillo in ceralacca alla propria dichiarazione d'intenti.



New London City, Aprile 2498



La casa dove è cresciuto Drake è modesta, piccola per un nucleo familiare composto da cinque persone. E non la ricordava così silenziosa; ma erano anni che non rimetteva piede lì dentro. Probabilmente non l'avrebbe mai fatto se non fosse stata Susan ad insistere. Michael ha lasciato l'abitazione da quando si è trasferito alla Casa di New London, George invece ha preso posto di fianco a lui, così come ha fatto anche la fidanzata. Sull'altra poltroncina, di fronte, siedono Julie e James Russell. La prima è silenziosa, coperta dall'ombra ostile del marito che in quei minuti è rimasto a guardare suo figlio con uno sguardo severo e duro. Uno sguardo che si riflette, come uno specchio più giovane, dal figlio al padre. Susan ha un sorriso solare sul viso, che accompagna tutto il discorso che nessuno sembra intenzionato ad interrompere.
Ci sposeremo a giugno. Abbiamo deciso di anticipare le nozze per via della bambina.
E non è difficile scorgere il leggero rigonfiamento dello stomaco della donna.
Potreste svolgere la cerimonia al Tempio del Loto Bianco. Anche io e James ci siamo sposati lì.
Sarà unicamente una cerimonia civile, mà.
Perchè - James solleva un sopracciglio, contrariato - qual'è il problema?
Dad - George intercede, scorgendo la tensione che si comincia a sollevare tra suo padre e suo fratello. - per favore.
George. - Ma è Drake a sollevare un braccio, chiedendogli tacitamente di non intromettersi. - James. La decisione è stata presa.
Ma James non prende bene quel tono di chiusura, imperativo. Susan stringe il braccio del futuro marito, sperando che quel contatto stemperi l'animo di Drake e lo rabbonisca ma senza nessun risultato. 
Se speri di avere la mia benedizione invitandoci al tuo matrimonio con una - l'occhiata che Susan è costretta a subire non è piacevole: piena di un giudizio altezzoso e arrogante. - con la prima donna che si è fatta mettere incinta..
In quel momento il corpo del Caporale ha un sussulto istintivo, balzando in piedi dal divano e facendo un solo passo avanti. E' un istante: James si ritrova a terra con la bocca sporca di sangue mentre Drake ha il pugno ancora teso. Susan gli riprende il braccio, cercando di tirarlo indietro. Julie trema, immobilizzata dalla paura, George soccorre suo padre. Guardandosi intorno ha l'impressione di essere rimasto solo. Recupera prima la calma, poi gli inviti sotto la giacca che getta sul tavolino.
La data è scritta sugli inviti.
Dà le spalle a tutti, avviandosi verso l'uscita. Susan, impietrita, non ha la prontezza di dire nulla ma lasciando trapelare una certa desolazione per ciò che è accaduto. 
C'è solo un'esclamazione rabbiosa - Go to hell, Drake! - di James, poco prima che la porta dell'appartamento si chiuda alle loro spalle.


New London City, Novembre 2516



Drake ricorda alla perfezione la periferia nord di New London City, i cinque isolati che circondano il capolinea della ferrovia sopraelevata che attraversa la cittadina a partire dallo spazioporto.

Sei cresciuto qui, dad?
Helena è avvolta in un cappotto abbastanza pesante, guanti sciarpa e cappello di tessuto sintetico: l'umidità planetaria rende le temperature planetaria più basse di qualche grado rispetto agli pianeti centrali. Il cielo è limpido ma ai lati della strada e dei marciapiedi si può scorgere il rimasuglio delle prime deboli nevicate. Gli occhi dell'uomo temporeggiano su una di quelle pozze di ghiaccio, sovrappensiero, valutando i cambiamenti del suo quartiere natale in quegli anni. Non risponde, tant'è che la ragazzina gli agguanta la mano e gli scrolla il braccio. Lui rinsavisce.
Proprio lì.
Indicando un condominio basso, di pochi piani, incastrato a schiera tra altri fabbricati della medesima forma e colorazione. In strada un paio di anziani accompagnano i propri cani a passeggio, mentre un'addetto alla manutenzione prende nota dei diversi lampioni non funzionanti; una giovane coppia si scambiano baci e sorrisi appoggiati ad una skybike mentre si sentono ancora le voci dei ragazzini che approfittano della luce solare rimasta per giocare a pyramid nello spiazzo di un magazzino recintato da ferro arrugginito. L'odore di carne alla brace (simulato alla perfezione da qualche diavoleria chimica) proveniente dal Billy's è esattamente l'odore di casa che ricordava.

Una volta raggiunta la soglia dell'appartamento, batte qualche colpo sulla porta. L'attesa dura un minuto e ad aprire è una donna di mezza età dai capelli chiari. Nonostante la barba sul viso dell'uomo, nonostante gli anni, l'istinto materno è forte. Lei non dice nulla nè lascia che qualcuno parli: di getto, allarga le braccia per stringere suo figlio. Piange.
I'm sorry.
Don't worry. 
Helena segue la scena con un sorriso che gonfia le guance puntellate dalle lentiggini. Lascia il tempo a sua nonna di lasciare la presa ed asciugarsi gli occhi, per rendersi conto anche di lei.
Piacere, io sono Helena. - Allungando una mano verso Julie.
Julie è perplessa, confusa. Guarda Drake e poi di nuovo Helena; inspira a fondo, sorridendo timidamente. Afferra la mano della nipote con entrambe le mani rugose.
Helena, che bel nome. Io sono Julie, ma puoi chiamarmi nonna.
Drake le guarda, abbozzando un sorriso nervoso ma sincero.
Hai tempo per una passeggiata, mà?
Sure. Prendo la giacca.

giovedì 30 ottobre 2014

puppets

Gokinai, Febbraio 2509

Ci siamo portati dietro il ghiaccio sintetico, si?!
L'operazione non è stata un vero e proprio successo.
Dovevate fare solo due cose, Russell: recuperare le informazioni sulla posizione del Dottore senza dare nell'occhio e non uccidere nessuno.
Quindi tre cose, Capitano.
Il Capitano Richard non è contenta del lavoro, dimostrando il suo affetto lanciando la sacca di ghiaccio sintetico direttamente sul muso ammaccato del neolondinese.

Sono sulle tracce del Doctor da più di due anni ormai, seguendo scrupolosamente delle tracce che li hanno condotti lì, tra i deserti freddi di Boros. La compagnia Alfa è in avanscoperta, con il compito di raccogliere quante più informazioni possibili sul terrorista prima di chiamare il resto della Divisione per avviare l'attacco. Quella mattina Drake ed Aaron si sarebbero dovuti trovare a Gokinai, seduti ad uno dei tavoli della stessa locanda dove uno dei luogotenenti del Dottore avrebbe ricevuto una consegna dai suoi collaboratori. Soldi, stando alle informazioni fornite dall'Intelligence, per il finanziamento degli esperimenti. La missione era semplice: starsene buoni, da parte, aspettare la consegna, seguire l'uomo del Dottore e catturarlo in sicurezza, La copertura avrebbe retto, l'abbigliamento studiato alla perfezione, bastava che nessuno dei due corer avesse aperto bocca. La consegna fila dritto ed anche la prima parte del pedinamento; almeno finchè uno dei giovani ladruncoli delle strade di Gokinai si fa particolarmente insistente, chiedendo l'elemosina.
Togliti dal cazzo, ragazzino.
E Drake non riesce a tenere la bocca chiusa.
L'uomo del Dottore, accortosi del pedinamento, comincia a scappare, braccato da Aaron; Drake viene fermato dal grosso amico del ragazzino di prima (molto meno ragazzino, molto più incazzato: la guerra aveva reso i corer ancora più difficili da digerire nel Rim). Morale della storia: Aaron rientra alla base col cadavere del compare del Dottore ed un Drake con il naso rotto e l'occhio pesto.

Ma quello che mi fa davvero incazzare - inveisce Wendy, recuperando un volantino (una taglia) e mettendolo sul tavolo - è che nessuno mi aveva detto che quel figlio di puttana era Eizo Harhiro: il cognato di uno dei boss del cartello di Boros.
Sia Drake che Aaron allungano lo sguardo sul volantino.
Oh, siamo famosi - sogghigna Drake.
Cinquecento pesos? - Borbotta Aaron - E' tanto Capitano?
La mia mamma - Drake contempla estasiato la prima taglia con la sua faccia - sarà tanto orgogliosa di me.
Sarà ancora più orgogliosa se troverai quel quartier generale - ma Wendy interrompe il quartetto - l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora, è voi due puppets sotto i riflettori. 
Ah! - Drake allunga uno dei suoi sorri goliardici migliori di sempre - Puppets?!
Esatto, Russell: quello verde. 
Ma è la Richard a rompere la serietà, suscitando le risate generali della piccola unità all'interno di quell'ufficio.

The Puppets: corer holo-comedy

martedì 21 ottobre 2014

one step by one

Capital City, Ottobre 2516

Diventerò Presidente.
Presidentessa.
No, dad: si dice Presidente anche se a ricoprire il ruolo è una donna.
Si trovano in un modesto ristorante poco lontano dalla scuola di Helena, aperto da pochi giorni, dato che lei ha insistito perchè ci andassero alla prima occasione. Occasione presentatasi nel doposcuola della ragazzina.
Ma non avevi detto di volerti arruolare nella Marina tra qualche anno?
C'ho ripensato quando ho letto l'articolo che hanno pubblicato Lee e Gray.
Ma l'espressione sull'uomo non sembra cambiare: interrogativa e perplessa.
Diventerò Presidente e farò smantellare gli Skyplex.
E a quella risposta lui sgrana gli occhi. Dei secondi di silenzio, poi sorride.
Una strada lunga, honey; ed in salita.
Un gradino alla volta, dad.

sabato 18 ottobre 2014

missing

Afghana, Ottobre 2516

Sui notiziari del Core le colonne con i nomi sono interminabili e lunghe.
Drake ha dovuto scorrere quella lista mentre era sulla Last Dance, a poche ore da Hall Point.
...
Leslie, Fiona
Leyton, Nelson
Locke, John
Lucas, Elizabeth
Luther, Marcus
...
Pochi minuti prima di ricevere un messaggio cortex, formale, da parte di Francine Knox, l'avvocato di Susan. L'umore non è stato dei migliori per tutti i giorni a seguire, finchè non ha messo piede su Hall Point e successivamente raggiungere Afghana.

John Locke era originario di Berishan, figlio di genitori di cultura cattolica ma non impose mai alla propria famiglia le stesse tradizioni. Dopo un matrimonio prettamente civile, lasciò crescere le figlie senza nessuna restrizione ideologica. E così furono le sue figlie a prendere la decisione di permettere che il padre non venisse cremato ma sepolto nei pressi della grande cattedrale della capitale di quel pianeta. Del resto, John Locke, possedeva capitale a sufficienza da permettersi un simile trattamento per la propria morte.

Quando Drake raggiunge quella cattedrale maestosa, la funzione religiosa è terminata, ma assiste in disparte alla sepoltura del defunto suocero ed alle ultime parole del pastore. Quando incrocia gli occhi lucidi di sua figlia stretta con una presa alla mano della madre, sente un colpo duro provenirgli all'altezza dello sterno. Così forte da avere il respiro interrotto per qualche secondo. Lascia la funzione pochi secondi prima della fine, con la testa pesante quanto un macigno.

Non va dalla propria famiglia: ha fatto il suo dovere, presenziando al funerale di un uomo che sente come un estraneo. Il resto della giornata la passa dentro un maleodorante pub, giocando a biliardo e fumando il fumo passivo che riempie quel posto come una foschia serale. Si domanda - mentre colpisce le varie holopalle - perchè gli dispiaccia per la morte del suocero dato che i due, dalla fine della guerra, non erano mai andati d'accordo. John definiva Drake un fallito, Drake uno squalo industriale. Ma quando ripensa a sua figlia che piange, ha la risposta bella che pronta.

E poi, per la sera, ha pagato una stanza in un modesto motel: gli interni non sono un gran chè, ma la moquette non puzza di sesso a basso costo e le pareti che separano le varie stanze sono abbastanza spessa da non sentire l'holotv del vicino. La sua, di holotv, continua a trasmette aggiornamenti sul disastro e le parole della Shepard, di Lee, del Grizzly. Koroleva: sente che vorrebbe che tutti, su quel pianeta, fossero morti insieme a tutti quelli che hanno partecipato all'attentato. Il sigaro acceso, gli altri due spenti nel posacenere, la bottiglia di whisky economico vuoto per metà, rendono quella stanza molto simile alla bettola dove ha passato la giornata.

Sono le 4:52, ma il sonno non è sceso. In un talk show due pseudo analisti cercano di predire gli scenari che l'attentato ha aperto, ma finendo per banalizzare discorsi delicati con un mucchio di stronzate. Tante stronzate che però hanno un suono piacevole se non si presta loro troppa attenzione. Quello che gli analisti in tv, nè tantomeno Drake, potevano predire nè prevedere sono i tre colpi sulla porta: qualcuno bussa. Apre con qualche secondo di ritardo e chi trova fuori lo stupisce.
Posso entrare?
Susan non ha una bella cera. Gli occhi verdi sono ancora arrossati ed il viso ancora rotto dal dolore. Lui annuisce, spostandosi dall'entrata e lasciandola entrare. Avviandosi in direzione della finestra per aprirla e far cambiare l'aria. I due si guardano, in piedi ed in silenzio, poco distanti l'uno dall'altra.
Ho paura Drake. Non avevo così paura da quando bombardarono Xanto e Berishan.
Vedrai che le cose miglioreranno. La Marina è già stata mobilitata.
Ma come accidenti fai ad essere così tranquillo? Io..io non capisco se la tua è stupidità o incoscienza.
Ed a quelle parole il londineer indurisce la mascella, abbassando lo sguardo per dei secondi e ingoiando a secco. Non è affatto tranquillo, nè calmo; è solo quello che vuole mostrare, con l'aiuto del whisky che si è scolato.
Sei venuta fin qui solo per rinfacciarmi questo? Potevi aspettare che tornassimo ad Horyzon.
Non è per questo.
E allora cosa?
Gli si avvicina del tutto, portando le mani a prendere la testa dell'uomo e poi baciarlo sulle labbra. La resistenza iniziale, disorientata, di Drake si frantuma senza esitazione.
Ho perso mia madre con la guerra e mio padre a causa della guerra. E non voglio perdere anche te.
Alle parole di Susan lui resta spiazzato, silenzioso. Le cinge i fianchi, la vita, con le braccia e la trattiene a sè.

giovedì 16 ottobre 2014

red flash

Capital City, Ottobre 2516

Accendi il notiziario, Drake.
Susan interrompe un silenzio opprimente. Drake è nel suo appartamento quando fuori dalla finestra il cielo tuona di lampi rossi; da lì a pochi minuti avrebbe dovuto accompagnare Helena a teatro. Drake ha in mano una lattina di un estratto alcolico al sapore di luppolo fermentato, birra sintetica, mentre attende che sua figlia si finisce di preparare. Susan sta lavorando su un articolo, immersa con la testa sui file del deck. Helena è nell'altra stanza. 
L'attacco, iniziato in modo sincrono alle 21.30, ora locale di Capital City, Horyzon, è stato massiccio quanto spietato...
Ed il silenzio questa volta viene interrotto dai cortex che vibrano, suonano, ma che nessuno accende.
Il cantiere spaziale militare George Smith Patton è stato invece completamente distrutto, assieme alle corazzate...
E' in quel momento che Susan ha un fremito, improvviso. Getta via gli occhiali sul deck per digitare freneticamente una frequenza sul proprio cortex. Il terrore sul suo viso è talmente vivo che lo si potrebbe immortalare indiscutibilmente.
Cosa c'è Susan?
Mio padre..era..era al Patton.
Lei balbetta, terrorizzata, tesa. E quando la frequenza cortex non trova contatto con il destinatario, abbandona la presa lasciando il cortex sul tavolo.
Non risponde. Non risponde.
Per Drake la soluzione è una sola. Prende il cappotto dell'ex moglie e glie lo stende.
Vai a chiamare un taxi, ma non ti muovere. Vengo con te.
E cerca il contatto, sulla spalla e sul viso della donna per tentare di infonderle più calma, e più coraggio. Un cenno del capo e lei annuisce. Si avvia, Helena, sul ciglio della porta, ascolta, guarda, in silenzio. Questa volta è a sua figlia che si avvicina e le poggia entrambe le braccia sulle spalle piegandosi sulle ginocchia.
Resta qui finchè non torniamo. Chiamo tua zia Lois. Resta con lei, right?
Yes, dad.
Good, darling.
La bacia sulla fronte, prima di rimettersi in piedi ed avviarsi alla porta e raggiungere Susan ormai fuori dall'appartamento.

martedì 30 settembre 2014

son's eyes

Alaih-Zeh, Settembre 2516

Il proiettile sputato fuori dal moderno fucile da cecchino, ha seguito una traiettoria lineare, guidata dalla rabbia del cecchino. Avrebbe sparato alla gola, tra le clavicole, così che Pasha fosse morto soffocato dal suo stesso sangue, dopo diversi minuti, lasciandogli la speranza negli occhi di potersi salvare, magari. Invece no: il cecchino è stato avventato e non ha calcolato il vento, sbagliando di quei pochi gradi di inclinazione tali per cui il proiettile trapassa il cranio dello schiavista, spargendo attorno le sue cervella. L'operazione, comunque, è un successo.

Ha lasciato il fucile nella Last Dance, sostituendolo con un mazzo di fiori bianchi, delicati.
Ha lasciato il giubbotto antiproiettile per rimettersi addosso la sua giacca di tessuto sintetico.
Quando raggiunge la stanza dell'ospedale, all'esterno trova solo la madre di Omi Gawa-Shi, ma nessuna traccia del marito Satori, probabilmente troppo impegnato dal lavoro per essere lì; ed ha un groppo in gola mentre stringe la mano della donna dai lineamenti orientali, quest'ultima con gli occhi lucidi, ringraziandolo direttamente per aver riportato loro la figlia rapita. Chiede di entrare, e di stare qualche minuto con la giovane ragazza.

La guarda senza dire nulla, abbozzando un leggero sorriso sereno, quieto come pochi nelle ultime settimane. Lei ha ancora negli occhi il terrore degli eventi della notte trascorsa, l'incredulità di essere di nuovo libera. Si avvicina al mobiletto di fianco al letto, lasciando i fiori insieme agli altri portati lì.
Stai bene, ragazza?
Ha notato i bendaggi, i lividi che si è procurata la notte trascorsa. Ma lei non risponde ancora, non prima di annuire e rispondere in un inglese fortemente macchiato dall'accento orientale di Xinhion.
Tu sei l'uomo di Hall Point.
Trovando un annuire semplice del capo da parte del londineer. Omi gli chiede di avvicinarsi, di sedersi di fianco a lei sul bordo del letto e lui - seppure con una prima esitazione - decide di accontentarla.
Hai sparato tu dal tetto contro Pasha?
Avrei dovuto sparargli ad Hall Point.
Non riesce a nascondere quel pensiero, nè con la voce, nè con gli occhi.
Omi si tira un pò più avanti col busto.
Grazie.
Un ringraziamento al quale segue un bacio, puerile e semplice, all'altezza della guancia barbuta del neolondinese. E che resta spiazzato, immobile, rigido per qualche secondo. Poi il tutto si scioglie con un nuovo sorriso, molto più alto e lungo.
Non..non potevo lasciarti con quell'uomo.
Anche lei annuisce e torna con la schiena poggiata sui cuscini della branda dell'ospedale. Il silenzio segue per altri secondi, prima che l'uomo dia le spalle alla ragazza e si avvii fuori dalla stanza, fuori l'ospedale. Senza nessuna fretta, si asciuga con la mano sinistra gli occhi umidi ma felici.

E nonostante il peso di una nuova vita strappata via con i proiettili, un nuovo brandello di anima che gli viene strappata via come i tasselli di un puzzle, è felice. Non si possono salvare tutti, ma in quella notte passata hanno salvato qualche vita in più.

exodus day (16)

Capital City, Settembre 2516

[Il pacco viene consegnato con raccomandata alla portineria del complesso residenziale del centro di Cap City, proveniente dalla stazione postale di Hall Point. All'interno del pacco, grande quanto una scatola di scarpe, c'è una lettera, una coppia di piastrine militari, ed una sciarpa invernale, femminile, di chiara fattura greenler.]

Anche quest'anno, non sarò lì con te per l'Exodus Day, nonostante l'unica persona con la quale vorrei essere in questi giorni è proprio mia figlia.
Niente scuse. Greenfield potrebbe scomparire da un momento all'altro, colpito da un asteroide grande quanto un continente. Ma questo lo sai già; ciò che non sai è che saremo su quel pianeta con la nostra nave, perchè potremmo essere d'aiuto alla Marina. Sarò su Greenfield e se Greenfield non ce la farà, probabilmente non ce la faremo neanche noi.
Se non ce la farò, prenditi cura di tuo zio George che ne ha bisogno.
E se non ce la farò, ricordati sempre che tuo padre ti ha amato dal primo istante in cui ti ha visto, quando tua madre ti ha messo tra le sue braccia e non eri più grande di questa scatola di cartone.
 
Ti ha amato sempre, incondizionatamente. 
I love you, honey.
Dad

mercoledì 24 settembre 2014

flash

Horyzon, Settembre 2516


Il trilocale con soppalco l'ha scelto Lyn: non avrebbe affidato la scelta a persona migliore ed anche se non fosse stato così, lui non avrebbe avuto tempo per andare a cercare casa. Se lo dividono in due l'affitto e con i due stipendi la spesa è bassa. Dall'ingresso si accede al salone e alla cucina che coesistono insieme e da quella stanza tramite una scalinata si accede al soppalco adibita a camera da letto. Nessuna porta a separare i due ambienti, ma una tenda appesa per l'occasione. La privacy - a detta di Lyn - sarebbe servita più a lei che a lui. Dall'ingresso-cucina-living room per mezzo di un piccolo corridoio, due porte danno su bagno e seconda stanza da letto. L'appartamento non è piccolo, 150mq, è luminoso ed è splendidamente collegato con lo stadio dei Buccaneers e con il centro; sita in una zona residenziale tutto sommato tranquilla.

La casa quella notte è vuota, fuori piove e l'acqua si schianta contro le finestre; qualche lampo illumina a giorno l'appartamento. La luce che proviene dall'esterno è sufficiente a rendere obsoleta l'accensione di lampade all'interno. Sono le 4.12 del mattino, Drake ha rimesso piede in casa da poche ore. Una doccia, del cibo cinese in scatola. La casa quella notte è vuota: Lyn è ripartita con il resto dell'equipaggio per Greenfield. Il viaggio da Roanoke è stato uno dei più lunghi degli ultimi mesi, non per la distanza fisica - i parsec sono sempre gli stessi - ma per la distanza che si era creato in testa. La notte fatica a digerirla, il sonno fatica a digerire lui. Gli occhi spalancati sono piantati sul soffitto ed ogni volta che cade un fulmine, ha la sensazione che gli cada di fianco il colpo di un mortaio. Alcune notti i ricordi diventano così pesanti che sembrano vivi, presenti; alcune notti lo stesso essere distesi su un letto morbido viene scambiato per la roccia dura e fangosa delle trincee.

Si irrigidisce qualche secondo, quando sente il contatto caldo di una mano sul petto; ci mette qualche secondo a discernere realtà da sogno, seppure non abbia chiuso gli occhi un solo minuto. La mano è piccola, delicata, morbida e bollente.
Per la miseria, Drake, sei gelato.
Rimettiti a dormire.
Si tocca la fronte, sentendola bagnata di sudore come se fosse stato per ore sotto la pioggia. La mano sinistra la solleva a stento, atrofizzata e indolenzita. Solleva la schiena dal letto a fatica mentre la sinistra viene afferrata dalla destra cercando di stimolare la circolazione del braccio e riacquistare la sensibilità all'arto.
E' successo ancora?
Cosa?
La guerra.
La ragazza si scosta dalla propria parte del letto, raggiungendo l'uomo alle spalle e posandogli le mani sulle spalle, la testa tra le scapole. Le cicatrici all'altezza della spalla nascondono l'articolazione rimessa a posto dalla chirurgia all'avanguardia del Core. Lui non risponde, non si muove, guarda il braccio sinistro ed inevitabilmente, Il tatuaggio del braccio destro.
Susan mi raccontava, quando eravate sposati, che la nott..
Ora che c'entra Susan?!
Il tono dal neutro di prima, sfuma rapidamente in toni più scontrosi ma non ancora astiosi. La donna allontana le braccia dalle spalle, così anchè la faccia dalla schiena che sembra vibrare ancora a causa del rombo generato dalle corde vocali.
Niente, scusami. Non volevo tirarla in ballo. E' solo che..vorrei capirti e non me lo permetti.
Lui non si gira, non ruota gli occhi nè li schioda dal tatuaggio e dal braccio. Ripassa ogni lettera a mente, ogni significato che quelle lettere nascondono sotto di esse. La ragazza inspira a fondo rassegnata e stufa, allungandosi di nuovo sul letto.
No, è diverso. Tu non vuoi essere capito.
Sta per scendere dal letto, quand'è che le prende il braccio bloccandola. Scuote il capo. Lei allunga un sorriso; riprende posto di fianco a lui incrociando le braccia sul suo petto.
Durante la campagna invernale del sette, a Shadetrack lungo le trincee. Foreste prive di foglie, un metro di neve a terra. Gli indipendentisti ci avevano tagliato i rifornimenti per costringerci a ripiegare. Ma i rifornimenti arrivarono per altre linee e noi non ripiegammo. Allora decisero di usare un vecchio trucco korolevita..
Come fai a sapere che fosse korolevita?
Me ne aveva parlato un mio vecchio amico, prima della guerra. Anyway, durante la notte, quei bastardi ogni due ore scaricavano i mortai su di noi. Costantemente, ogni due ore, senza tregua. Ogni notte morivano due o tre dei nostri ma non era quello il loro scopo: loro volevano fiaccarci togliendoci il sonno. Ogni due ore, fuoco nemico in testa.
La ragazza non parla, resta in quella posizione in silenzio guardando sconcertata il viso dell'uomo che ha lì vicino. L'ha sentita tremare sopra di lui, durante il racconto.
Credo che tu debba rimettere le cose a posto con Susan, Drake.
Mi stai scaricando? - Ma per qualche strano motivo, la cosa lo fa sorridere.
Si, Drake. Tu hai bisogno di una donna come lei, vicino. Lei è forte.
Il sorriso di prima, divertito, si affievolisce. L'espressione del viso ha una consapevolezza tutta nuova. Annuisce, lei ha ragione. Lo bacia sulla fronte, si stacca. Resta dalla propria parte del letto.

Riesce a prendere sonno solo con l'alba, crollando fino alle cinque del pomeriggio. Allunga la sinistra tastando un lato del letto che però, come gli era stato anticipato, trova vuoto.

mercoledì 17 settembre 2014

writing the story

Montreal, Giugno 2510

Come gli avevano predetto, la presa della capitale di Spartaca gli viene raccontata, dai suoi commilitoni che lo vanno a trovare durante la riabilitazione o da quelli feriti come lui. Sono passati che una manciata di giorni dalla firma della resa ed i soldati si affannano tra le strade di Montreal senza tregua. Nella sua tenda, medica, c'è calma: esercizi su esercizi per poter essere dimesso il prima possibile.
Come va la spalla, ragazzo?
Non sa da quanto tempo quell'uomo lo sta guardando dall'ingresso della tenda. Un uomo sulla cinquantina, fisico statuario e solenne, una barba che nonostante l'età è ancora completamente castana, folta e lunga. Il Tenente si rimette in piedi e lo squadra dalla testa ai piedi, sotto alla divisa estiva tipica della Fanteria Unionista di stanza a Shadetrack. Non gli ci vuole molto per riconoscere l'uomo sotto i gradi di Capitano. Sorride.
Va bene, Capitano. Contando che in quattro anni non mi avevano mai colpito.
Mia figlia sarà felice di saperlo allora.
Un cenno del capo, poi un cenno della mano, di uscire fuori dalla tenda. E solo quando Drake è fuori, l'alto ufficiale gli porge un sigaro identico a quello che si mette lui tra i denti. Accende entrambi i sigari e poi riprende a parlare.
Sai Drake, quando mia moglie mi diede Susan mi sentii felice come non mai. 
E' una sensazione che conosco bene John.
Essì. la piccola Helena mi ha fatto sentire padre per la terza volta più che nonno. Ma non è questo quello che volevo dire. Sperai che mia moglie mi regalasse un maschietto, ma nacque Lois; fui comunque molto felice, intendiamoci, ma non riuscii mai a crescere un figlio. Insegnargli a pescare, andare allo stadio di pyramid, a guidare la moto. Tutte stronzate, vero, ma...
Ma?
Ma niente. Sono felice che mia figlia abbia sposato un buon uomo ed un ottimo soldato. 
Drake annuisce, leggermente, grato per la considerazione che aveva per lui. Ma non sembrava essere tutto. Un Capitano non si sposta tra due pianeti per parlare di frivolezze affettive, per giunta in piena guerra.
Russell - i toni diventano spiccatamente più seri e autorevoli - parte delle forze spaziali Alleate stanno convogliando a Sturges, per respingere la flotta Indipendentista. Mi hanno affidato una Heavy Cruiser da guerra da comandare e cinquanta Assaltatori sotto il mio comando per gli abbordaggi. Ti voglio Comandante a bordo della mia nave, a capo dei miei uomini.
Drake deve fare un rapido calcolo mentale. Comandante, stando ai gradi delle truppe d'aviazione, equivarrebbe ad una promozione di ben tre gradi; tutto in un sol colpo.
Ma non credo che sia possibile, Capitano.
Possibile, ti dico. Ne ho già parlato con l'Ammiraglio ed anche lui crede che, se condurrai i miei uomini come hai guidato gli uomini qui su Spartaca, il salto di grado sarà stato meritato. E poi si sa che nelle Forze Speciali si fa carriera molto più lentamente.
E' titubante, insicuro. Si guarda intorno, osservando le truppe di terra e poi si guarda alle proprie spalle, osservando i suoi compagni di battaglia feriti e degenti. Le piastrine militari che porta al collo. Solleva di nuovo lo sguardo: sorride.
Sono costretto a rifiutare.
Russell, porca miseria. - In un primo momento John si irrigidisce, arricciando lo sguardo e bucando il sottoposto con uno sguardo di piombo. Prima di inspirare a fondo e calmarsi. - Credo che tu non abbia capito. Qui si tratta di cambiare le sorti della Guerra. Io e te insieme, cambieremo questa guerra che, quando vinceremo, ci ricorderà come degli eroi. Io diventerò Ammiraglio, tu Capitano ed un giorno anche Ammiraglio, magari.
E Drake lo guarda, dalla stessa altezza, inspirando a fondo e scuotendo il capo, deluso, nel vedere negli occhi e sentire nella voce di quell'uomo che stimava, tutta quella ambizione sfrenata.
Chiedo il permesso di congedarmi, Signore.
E John Locke afferra il sigaro, rompendolo di rabbia, gettandolo a terra.
Te ne pentirai, ragazzo. Te ne pentirai quando sarà tardi.

Quando rientra in tenda, si allunga sulla propria branda.
Tu hai davvero rifiutato l'offerta del Capitano Locke?
Si, Caporale. Non mi interessa scrivere la storia; voglio finire questa fottuta guerra e tornare da mia figlia e da mia moglie.
Se tua moglie è la figlia di Locke, ti sei scavato una fossa con le tue mani, amico mio.
Il giovane sottufficiale ride; l'ufficiale ride, ma non prima di avergli rifilato un pugno all'altezza del fianco: bonario e cameratesco.

John Locke, 2510

lunedì 15 settembre 2014

a good hell

Capital City, Settembre 2516


Sono le 21.39 circa.
L'appartamento è all'undicesimo piano di una palazzina del quartiere popolare vicino alla stazione ferroviaria: un isolato dai binari dei treni, tre dalle corsie della superstrada. Per niente un bel quartiere; non per riposare.

Una donna sulla trentina ha raggiunto l'appartamento...2. Due. Qualcosa non gli torna. Aggrotta la fronte, confusa, e controlla i due appartamenti adiacenti: 51 e 53. Scuote il capo. Si è trascinata una valigia con la sinistra, mentre nella destra regge la busta con il cibo cinese che ha comprato al volo sotto casa, prima di salire; ce n'è abbastanza per due persone. Lascia la presa dalla valigia, passa la busta in quella mano, così che con la mano libera pigi sul citofono. Non suona. Riprova: nulla. Sbuffa: bussa tre volte; ancora niente.
Stai a vedere che l'idiota se l'è dimenticato.
Un passo indietro, gli occhi color nocciola e dal taglio orientale spaziano tutto intorno alla porta. Nota lo zerbino. Sorride. Si piega sulle ginocchia e solleva lo spesso zerbino verde pisello - pessimo gusto - commentando e recuperando la chiave di riserva con la quale apre la porta per poi infilarsi dentro l'appartamento. Chiusa la porta, lascia la valigia nel salottino, così da raggiungere la cucina e mettere il cinese sul tavolo. Non ha neppure bisogno di accendere la luce: la grossa insegna al neon che è appesa sul loro palazzo illumina quasi a giorno la cucina ed il salotto comunicanti. A quel punto recupera il cortex ed abbassa lo sguardo sul display, preme due volte, poi si ferma. Lo vede: nero, filiforme e sottile. Un paio di slip femminili buttati sul pavimento. Resta con gli occhi lì fermi per dei secondi.
Magari ho sbagliato piano.
Ma quando ci fa più attenzione nota che vestiti a terra delineano un percorso ben preciso, dalla cucina, al piccolo corridoio dal quale poi si aprono sia il bagno che la camera da letto. Decide di passare oltre gli slip e di seguire quel percorso: prima una maglia a maniche corte verde militare, di stampo maschile, poi una camicetta azzurra. A quel punto non ha più bisogno di osservare, i suoni che vengono dalla camera da letto sono inconfondibili. Quella donna ha un grande difetto: la curiosità. Al massimo - pensa - ho sbagliato appartamento, che vuoi che succeda. 
Piano, adagio, poggia la mano sulla porta e la fa scorrere per aprirla più della metà ed avere una chiara visuale del letto ad una piazza e mezza e delle due persone che sono lì sopra. la luce di una piccola lampadina illumina la stanza. Sorride abbondantemente, prende posizione poggiando la spalla al telaio della porta ed incrociando le braccia davanti al petto. E solo all'ora, si schiarisce la voce. L'uomo balza di schiena, infilando la mano sotto il materasso, evidentemente pronto ad estrarre qualcosa, la giovane donna non riesce neanche a realizzare cosa potrebbe accadere, immobile come prima. L'autrice della marachella scoppia a ridere invece.
Bum: morto, Sly Boy
What the fuck!?
E prima di rilassarsi, deve mettere a fuoco bene la donna. Fatto, sospira velocemente, riprendendo la mano da sotto il materasso e portandola alla faccia insieme all'altra.
Go to hell, Lyn.
Accetto volentieri un abbraccio, se prima però ti metti qualcosa addosso. Sei nudo come un verme.
Ma nonostante quello scambio di battute scambiato come tra due fratelli, o due commilitoni, nessuno sembra essere a disagio per quella situazione creatasi. Ma non sembra pensarlo allo stesso modo anche la ragazza, sdraiata sul letto e con le lenzuola tirate pudicamente sopra i seni a coprirsi. Drake ride come un idiota, Lyn sbuffa qualcosa come muoviti che sennò si fredda e quella povera donna di pessimo umore, e senza spiccicare una parola, raccoglie i vestiti, se li rimette rapidamente, e lascia l'appartamento.

Tornavi stasera. - Drake, dopo essersi sfregato i capelli, getta dietro la schiena il cappuccio dell'accappatoio. - Me l'hai detto e me lo sono dimenticato.
Ho notato, ho notato. Se non fossi abituata alla vista del tuo brutto culo, avrei quasi perso l'appetito. A proposito, carina la tua amichetta; carino anche l'occhio nero.
Prima è passato George, mi ha visto con l'occhio nero e si è preoccupato, nonostante mi abbiano già medicato. Però non aveva tempo di pensarci lui ed allora ha chiesto il favore ad un'infermiera di fare un salto: una giovane acrobata appassionata di Pyramid.
Per essere un'acrobata, non si muoveva gran chè.
E' perchè non le hai dato il tempo di scaldarsi.
Da parlare ce n'è molto, degli ultimi mesi e delle ultime settimane in particolare. Il lavoro, i Marauders, la difficoltà nelle tratte spaziali e le precauzioni delle compagnie civili.
La compagnia dove lavoravo ha perso molte navi nel border, poi ha cominciato a ritardare i pagamenti ed infine è fallita. E chi ci doveva pagare è fuggito nel 'Rim pur di non risarcire i suoi dipendenti. Ed ora mi trovo senza lavoro e senza un soldo. Non ti avrei invaso casa se non fosse stat...
Finiscila. Casa mia è casa tua. Puoi restare per tutto il tempo che vuoi.
Ti prometto che durerà poco.
Perchè invece, non cerchi un'appartamento più grande, che ci dividiamo in due? Mi sono stufato di questa bettola.
A quella proposta Lyn sorride raggiante, riacquistando il suo solito umore solare che quel discorso era riuscito a farle perdere.
Un appartamento non troppo lontano dallo stadio, così la mattina andiamo a correre.
Affare fatto Garden Runt.
E quel lavoro per la, come si chiama? Ah, si, la Shield. E' ancora valido Prick?
Certo, quando vuoi, vai a parlare con Coco.
Perfetto, chiappe mosce. Ora, mi butto in doccia. Ci vai tu sul divano?
Certo che si, Pea Princess.

domenica 14 settembre 2014

a lot of snow

North Makan, Marzo 2510

Le linee della Marina sono rimaste indietro, bloccate dall'artiglieria e dalle mine, oltre che dai spartani a difesa della Capitale: sganciare uomini dietro le linee nemiche per circondarle e per distruggere le strutture militari indipendentiste avrebbe permesso di velocizzare il tutto, seppure con un costo elevato. Intorno a Montreal un'intera divisione era stata mobilitata: la presa della capitale non poteva essere rimandata ulteriormente.

Nevica. A quei 300 metri d'altezza c'è come una coltre di nebbia davanti ai musi dei 25 elicotteri militari da trasporto. Le condizioni meteo non sono delle migliori, ma la situazione non può che peggiorare da un momento all'altro. 500 uomini vengono trasportati negli hangar di quei grossi uccelli di metallo, che guadagnano metri faticosamente guidati dai radar, aspettano solamente che la spia rossa diventi verde, di fianco al portellone spalancato.
Mi spieghi perchè cazzo noi ci stiamo cagando sotto dal freddo, a novanta piedi d'altezza, mentre il Capitano se ne sta al caldo a Blackrock? - Drake, al contrario del solito, sembra particolarmente scosso.
Cosa vuoi che ne sappia, evidentemente si sta portando avanti l'abbronzatura per l'estate. - Aaron al contrario, manifesta una totale calma e tranquillità, sghignazzando allegramente.
Il Maggiore McKenna è subentrato al posto del Capitano, per questa operazione. - E poi c'è Frank, che come al solito (dall'alto dei suoi 195cmx98kg) si impone prepotentemente e con l'umorismo di un orso.
Ci sono loro tre in testa al quell'unità di uomini, cosa che ormai fanno da anni.
Ma se non si apre il paracadute, dite che la neve riuscirà ad attutire la caduta?
Se cadi di culo si, Russell. Ma in quel caso, ci penserebbero le tue grosse chiappe a salvarti la vita.
Sul serio, King?
Nah, sarai morto prima di toccare il suolo. E' scientificamente provato che la gente muore prima di morire, se sà che deve morire.
Certo! Perchè lui è il Tenente So-Tutto-Io-Gao Shi! - Ed ottenendo la risata generale degli uomini.

Roy King ha trent'anni, originario di Xinhion. Conseguì una laurea in Chimica all'università di Gao Shi con l'intento di lavorare in una delle multiplanetarie mediche del Core. Quando scoppiò la guerra però, decise di arruolarsi ed entrare nel Genio per sfruttare le proprie conoscenze con gli esplosivi: nel 2509 venne trasferitò nei Gray Berets e da quel giorno divenne l'artificiere di quella compagnia.


Un minuto a North Makan.
Un accampamento a nord dei deserti del Taka Makan, tra la boscaglia, e a sud di Montreal. Un nome generico, dato ad un agglomerato di costruzioni militari poste a difesa del quartier generale nemico. Gli uomini sono pronti, ma a dare segnale di start è il fuoco dell'artiglieria nemica e la pioggia di proiettili che riempie il cielo. Il peggio che si aspettavano tutti. Diversi elicotteri esplodono in volo, con i soldati a bordo, mentre da quelli che restano in aria i soldati si gettano fuori dai portelloni.

Non tutti raggiungono il suolo, molti vengono colpiti in aria oppure vengono colpiti tra gli alberi dal nemico; ma la netta superiorità numerica fa subito la differenza. La resistenza indipendentista viene respinta dalla boscaglia verso il loro campo base, chiuso e cinto d'assedio, reso debole dall'effetto sorpresa e dall'aver mandato il grosso dell'artiglieria lungo le linee.
Dove cazzo è il Maggiore?
Abbattuto, Russell. La Compagnia Delta ci riferisce che la Fox e la Eagle sono al metà del loro effettivo. Mentre la squadra Gamma sta cercando di respingere la carica di un'unità nemica, da Sud.
Quella puttana ladra di Boros. Sergente, riferisci ai comandanti delle altre compagnie che il piano è variato. Fox ed Eagle di supporto alla Gamma e che respingano quegli spartani del cazzo. Beta di copertura con i mini-gun e con i l'artiglieria. Alfa di sfondamento: siamo quelli con più uomini. Piazziamo le cariche, facciamo saltare il quartier generale e poi ripieghiamo. 
Si, Signore, riferisco alle compagnie.
Gli ordini vengono comunicati, l'operazione inizia appena viene lanciato il via libera. La Compagnia Alfa viene spiegata all'attacco, suddividendosi in quattro così da ridistribuirsi sui quattro lati del campo e convergere al centro. La seconda compagnia resta in strada, sparpagliandosi tra le case ed appostandosi in copertura per favorire l'avanzata dalla prima. Nonostante la neve, l'aria è calda, densa dei detriti delle esplosioni e del sangue che si sparge sulla neve, il sangue degli Indipendentisti che vengono stretti come in quella morsa. L'edificio centrale viene raggiungo celermente.
King, dove dobbiamo piazzarle queste stramaledette cariche?
Il pilone portante, Russell: troviamone uno, facciamolo saltare, e tutto l'edificio è compromesso.
Annuisce, gli copre le spalle. Lo segue per una manciata di metri, finchè non raggiungono il punto prescelto. Roy piazza la carica, Drake e gli altri uomini rispondo al fuoco per fornire copertura all'artificiere. Roy alle proprie spalle sembra sul punto di esultare entusiasta, se non fosse che una scarica di proiettili lo trancia di netto, da un'angolazione che avrebbe dovuto essere sicura. Drake, prima di guardare il suo compagno, segue la traiettoria che ha percorso quella sventagliata di colpi e si ferma con lo sguardo dove un gruppo di uomini sono così vicini da poterli vedere in faccia nitidamente nonostante la neve. Solleva il fucile ed apre il fuoco con rabbia, colpendone un paio mentre gli altri rientrano i copertura, sparendo dalla propria visuale. A quel punto scatta in avanti, lasciando la propria posizione per inseguire quegli uomini e riprenderli, ma reso poco lucido dalla rabbia; si scopre e si rende un bersaglio facile, costandogli due proiettili: il primo in testa ed il secondo alla spalla, crollando a terra esanime ed in una pozza di sangue.

Si sveglia dopo molte ore, su una branda medica insieme a molti altri soldati.
Ben tornato tra noi, Drake.
La faccia di Aaron è la prima che vede quando apre gli occhi, con un sorriso goliardico in faccia ed un sigaro in bocca.
What a fuck...
Il tono incerto, spaesato, come se si fosse perso qualcosa di importante tra due eventi che non riesce a ricollegare.
Abbiamo preso il forte, massacrato un bel pò di Giubbe Marroni, resistito fino all'arrivo della Quinta Flotta da est: la prima ad essersi aperta un varco fin qui oltre le linee nemiche. 
Abbiamo vinto?
Montreal non è ancora caduta. La guerra qui, non è finita.
King?
Aaron inspira una lunga boccata di fumo, alzandosi dalla seggiola e recuperando da un mobiletto vicino l'elmetto dell'amico.
Purtroppo lui non è stato fortunato quanto te.
E gli poggia l'elmetto sulle gambe. Il casco di metallo presenta due buchi, uno d'ingresso ed uno d'uscita. Drake si tocca la testa, ma è priva di bende. Al contrario della spalla destra.
La presa di Montreal te la dovremo raccontare noi, zuccherino.
Eppure a quell'uomo, ferito ma ancora vivo, vincere la guerra in quel momento sembra l'ultima delle sue reali preoccupazioni.

Roy Stephen King, 2510