Capital City, Febbraio 2516
Susan rientra nel suo appartamento alle 21.30 da praticamente sempre. Non l'ha mai vista oltrepassare quella porta prima delle nove e mezza di sera a meno che non fosse presa qualche permesso. Rientra con la ventiquattr'ore in una mano ed una busta della spesa in un'altra. Sono perlopiù cibi sintetici in scatola che, con qualche veloce stratagemma, possono anche trasformarsi in manicaretti senza perderci più di una manciata di minuti. Di solito è Helena a far trovare la cena pronta a sua madre, ma la ragazza è ad Agatha con la scuola. Susan è così stanca quella sera, che sta già considerando l'idea di lanciarsi sotto la doccia e poi buttarsi a letto; una stanchezza che si porta dietro da qualche settimana e che le ha fatto perdere qualche chilo. E si allarma quando, entrando, trova prima le luci accese e poi un odore di carne cotta provenire dalla cucina.
Lois sei tu?
Una domanda banale, che le viene fuori quando intuisce che un eventuale male intenzionato non si sarebbe mai preso la briga di cucinare. Si toglie il cappotto e raggiunge la cucina, immobilizzandosi nel vedere suo marito alle prese con la cena. Carne fresca, vino di Greenfield: una cena completa che su quel pianeta gli sarà costato quanto un aperitivo in un Grand Hotel di Corona.
Scusa l'intrusione.
Ribatte lui, cercando lo sguardo della donna che gli viene negato. Un sorriso che non trova.
E' anche casa tua.
Il tavolo è apparecchiato e Susan non deve fare altro che sedersi ed aspettare che l'uomo porti sul tavolo il tutto. Le si siede di fronte, osservandola mangiare qualche secondo prima di farlo anche lui. Nessuno parla finchè il cibo non è finito, la bottiglia non è stata intaccata e gli odori di cotto si sono dispersi nell'aria.
Well, now: se speri che io ti perdoni con del cibo fresco, ti sbaglio.
Ho comprato tutto questo solo perchè potrebbe essere l'ultima volta.
Che significa l'ultima volta? Spiegati..
Vorrei spiegare si, ma una cosa alla volta.
Susan non obbietta, ma si accende una sigaretta che comincia a fumare, mentre gli fa cenno di parlare.
Una donna aveva delle informazioni, su dei terroristi. E l'unica cosa che voleva in cambio da me era...beh, scopare.
Bella consolazione, sapere che mi hai tradito con una donna per il tuo fottuto amore per la patria.
Ikon, Susan. Non si tratta di semplici criminali spaziali.
Riesumare l'attentato a Capital City è come infilare un dito in una piaga mai chiusa del tutto per la donna. Lei infatti lascia il tavolo, dando le spalle al marito e avvicinandosi alla vetrata. Guarda il riflesso sbiadito che sbatte contro il vetro.
Io voglio giustizia per tutta quella gente morta, per tuo padre. Io ti ho tradito, è vero..
Lascia la sedia anche lui, avvicinandosi alla moglie e afferrandole per le spalle, da dietro. Lei cerca di divincolarsi, ma lui cerca di imporsi. - Listen me! - Le dice con forza, al che lei si arrende alla sua presa.
Ti ho tradito e non posso chiederti scusa. Però ti amo e non voglio perderti di nuovo. E se tu non provi la stessa cosa per me, voglio che mi guardi in faccia e me lo dici qui ed ora: io me ne andrò e non mi vedrai più.
Lui lascia la presa dalle sue spalle e si sposta indietro di un passo, così che lei possa girarsi e guardarlo in faccia e parlare. Ma nel momento in cui muove le labbra, quelle le tremano; gli si avvicina di quel passo per rifilargli un forte schiaffo in faccia,
Ti odio e non posso smettere di amarti.
Poi un'altro schiaffo, più forte, sempre sulla stessa guancia.
Vorrei spararti ma poi dovrei spararmi in petto.
Un terzo schiaffo, che arrossa vistosamente il viso dell'uomo ed il palmo della donna.
Vorrei che tu amassi me più di quanto tu ami il fottutissimo senso del dover..
Lui però la ferma prima che possa schiaffeggiarlo ancora, prima che possa finire quella frase le si avvicina col viso per baciarla sulle labbra. Lei non si tira indietro: solleva le mani per stringergli i capelli con le unghie.
Io non mi farò ammazzare per questo Governo, Susan. Tu ed Helena. non ho altre ragioni di vita. Voi siete il mio cuore ed un uomo non può vivere senza - o a lungo lontano - da esso.
Giuramelo!
Cosa?
Giurami che non mi farai morire dentro, come in queste settimane, mai più. Me lo devi giurare.
Io te lo giuro Susan. E mi dispiace.
Non si schioderebbe da lei per nulla al mondo. Le accarezza i capelli mentre con le labbra le bacia il collo, appena sopra la spalla. La bacia con avidità come se cercasse di memorizzare a vita il sapore che ha la sua pelle.
Poi non ti ho spiegato.
Cosa?
Quell'ultima volta di prima.
E lei sembra già rimettersi in allerta, preoccuparsi.
Riceverò un impianto genetico, nei prossimi giorni, che svilupperà il mio olfatto. L'effetto collaterale è che perderò completamente il senso del gusto.
E questo fino a quando?
Finchè sarò un soldato, Susan. Finchè sarò disposto a rischiare la mia vita per quella degli altri. E ti assicuro, ti giuro, che non sarà per sempre.
Lei sorride. Un sorriso caldo che non vedeva da forse un secolo. - E allora baciami e imprimiti in quella tua testa bacata il mio sapore. - E questa volta è lei ad insistere, coi baci. Con lo stesso entusiasmo di quando erano giovani, dissennati ma non meno innamorati.
Nessun commento:
Posta un commento