lunedì 12 gennaio 2015

ordinary day

Capital City, Gennaio 2517

La lezione di Arte l'ha sempre annoiata terribilmente. Il professore spiega alla classe che la conoscenza delle forme d'arte fa parte del patrimonio umano fin dalla Terra-che-Fu e tante chiacchiere che provocano ad Helena un profondo sbadiglio, nascosto a stento dalla manina. Lei ascolta, prende appunti, segue; quando tornerà a casa perderà tempo - a sua detta - ad assimilare i concetti appresi a lezione, ma solo per non rovinare la media. Quando l'uomo panciuto, con un'ampia calvizia di capelli bianchi, sulla sessantina e ormai sulla strada del pensionamento, bussa alla porta prima di entrare per consegnare un foglietto al professore, i ragazzi guardano in silenzio speranzosi di qualche improvviso motivo che li congedi dalla lezione. Il professore però tronca ogni speranza.
Russell, devi uscire.
Uscire?
Si, tua madre ti ha firmato il permesso.
Helena non ha idea del motivo, ma annuisce. Jade, la sua bionda compagna di banco, le sussurra un beata te, prima che l'amica rimetta a posto la cartella e si rivesta del giaccone e dei copriabiti invernali. Raggiungere in pochi minuti l'uscita della Capital City Alliance Public School e mettere infine piede nella utilitaria nera guidata dalla madre.
Che succede Mà.
Susan ha indosso ancora uno dei suoi completi scuri e formali che indossa quando va in ufficio al Journal, sul viso dal trucco leggero le rughe sono tese e lo sguardo è serio. Gli occhi sono leggermente arrossati. Guarda Helena e le accarezza la guancia con il pollice e l'indice della mano destra, prima di rimettere in moto l'auto e guidarla. Quel papà è tornato non ha il suono di una buona notizia ed Helena lo capisce subito. Muove le labbra per chiedere, ma esita, preoccupata.

Il viaggio fino al Blue Sun Hospital è silenzioso. La tensione sale quando l'auto imbocca i cancelli del parcheggio interno e diventa palpabile quando imboccano il reparto di terapia intensiva. Helena segue sua madre un passo indietro, osservano il via vai di dottori ed infermieri; quando sua madre si ferma lo fa anche lei, davanti ad una stanza chiusa - singola - con una finestra che affaccia all'interno. Non guarda dentro, guarda il medico sui trentacinque che si frappone tra loro e la porta della stanza.
Signora, è un parente del paziente?
Sono sua moglie. 
Bene signora. Suo marito ha appena subito un delicato intervento chirurgico al cuore e alla colonna vertebrale, Sono desolato, ma non posso darle il permesso di entrare finchè le condizioni non saranno stabili.
Lei, dottore, invece, deve spostarsi e farmi entrare. 
La giornalista ed il medico discutono, animatamente, per qualche minuto. Helena trova in quella discussione un ottimo diversivo per arrivare alla porta della stanza ed entrare, silenziosamente. Guarda le macchine attaccate a suo padre e legge le basse pulsazioni cardiache sull'encefalogramma. Drake sul letto è incosciente con un boccaglio d'ossigeno sul viso e due trazioni che immobilizzano il braccio sinistro e la gamba destra; nonostante il lenzuolo, le fasciature su tutto il busto sono visibili e arrivano al collo; l'ultima fasciatura cinge la testa e nasconde l'orecchio destro. Se ne frega di ciò che vien detto fuori: lei si accosta al lettino per allungare le manine ed afferrare la mano destra di suo padre, stringerla con tanta forza, facendo attenzione ai tubicini e cercando di trasmettergli calore. Dad. - Le labbra le tremano - Dad. - Le viene difficile parlare. Le lacrime cominciano a rigarle le guance silenziose e copiose, come se gli fossero stati aperti i rubinetti a piena pressione. - Non lasciarmi dad. - Le viene fuori prima che una giovane infermiera, attirata dal baccano lungo la corsia e notando la ragazzina dentro la camera, poggi sulla spalla della ragazzetta una mano. Helena solleva gli occhi umidi e rossi su di lei, tirando sù col naso.
In queste condizioni qualsia persona ci avrebbe lasciato la pelle prima di raggiungere l'ospedale. Tuo padre invece è ancora vivo, vedrai che non morirà.
E lei ascolta quelle parole, ma esita dal volersi staccare da quel posto. Intanto Susan - fuori - non sembra voler sentire storie. Voce non eccessivamente alta, ma che romba in quei metri di corsia.
Senta, dottor Testa di Cazzo Jackson - il cognome l'ha letto sul cartellino - se non si toglie subito dalle palle e non mi lascia vedere mio marito, metto anche lei in terapia intensiva.
Signora, non sia irragionevole..
Irragionevole questo paio di..
Viene interrotta dalla presa di Helena, che dal basso e dal suo metro e trenta scarso, le stringe la vita con le braccia, piangendo e singhiozzando tenendo la fronte premuta sul ventre della madre. Susan abbassa l'ascia di guerra, si piega sulle ginocchia e prende il capo di sua figlia tra le mani. Le bacia la fronte. - Mettiamoci a sedere. - Riesce a calmarla, nonostante tutto; lei stessa si calma seppure occhi rabbiosi vengano indirizzati sul dottor Jackson ogni qualvolta le passi davanti per entrare nella stanza di Drake a controllarne lo stato.

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