martedì 30 settembre 2014

son's eyes

Alaih-Zeh, Settembre 2516

Il proiettile sputato fuori dal moderno fucile da cecchino, ha seguito una traiettoria lineare, guidata dalla rabbia del cecchino. Avrebbe sparato alla gola, tra le clavicole, così che Pasha fosse morto soffocato dal suo stesso sangue, dopo diversi minuti, lasciandogli la speranza negli occhi di potersi salvare, magari. Invece no: il cecchino è stato avventato e non ha calcolato il vento, sbagliando di quei pochi gradi di inclinazione tali per cui il proiettile trapassa il cranio dello schiavista, spargendo attorno le sue cervella. L'operazione, comunque, è un successo.

Ha lasciato il fucile nella Last Dance, sostituendolo con un mazzo di fiori bianchi, delicati.
Ha lasciato il giubbotto antiproiettile per rimettersi addosso la sua giacca di tessuto sintetico.
Quando raggiunge la stanza dell'ospedale, all'esterno trova solo la madre di Omi Gawa-Shi, ma nessuna traccia del marito Satori, probabilmente troppo impegnato dal lavoro per essere lì; ed ha un groppo in gola mentre stringe la mano della donna dai lineamenti orientali, quest'ultima con gli occhi lucidi, ringraziandolo direttamente per aver riportato loro la figlia rapita. Chiede di entrare, e di stare qualche minuto con la giovane ragazza.

La guarda senza dire nulla, abbozzando un leggero sorriso sereno, quieto come pochi nelle ultime settimane. Lei ha ancora negli occhi il terrore degli eventi della notte trascorsa, l'incredulità di essere di nuovo libera. Si avvicina al mobiletto di fianco al letto, lasciando i fiori insieme agli altri portati lì.
Stai bene, ragazza?
Ha notato i bendaggi, i lividi che si è procurata la notte trascorsa. Ma lei non risponde ancora, non prima di annuire e rispondere in un inglese fortemente macchiato dall'accento orientale di Xinhion.
Tu sei l'uomo di Hall Point.
Trovando un annuire semplice del capo da parte del londineer. Omi gli chiede di avvicinarsi, di sedersi di fianco a lei sul bordo del letto e lui - seppure con una prima esitazione - decide di accontentarla.
Hai sparato tu dal tetto contro Pasha?
Avrei dovuto sparargli ad Hall Point.
Non riesce a nascondere quel pensiero, nè con la voce, nè con gli occhi.
Omi si tira un pò più avanti col busto.
Grazie.
Un ringraziamento al quale segue un bacio, puerile e semplice, all'altezza della guancia barbuta del neolondinese. E che resta spiazzato, immobile, rigido per qualche secondo. Poi il tutto si scioglie con un nuovo sorriso, molto più alto e lungo.
Non..non potevo lasciarti con quell'uomo.
Anche lei annuisce e torna con la schiena poggiata sui cuscini della branda dell'ospedale. Il silenzio segue per altri secondi, prima che l'uomo dia le spalle alla ragazza e si avvii fuori dalla stanza, fuori l'ospedale. Senza nessuna fretta, si asciuga con la mano sinistra gli occhi umidi ma felici.

E nonostante il peso di una nuova vita strappata via con i proiettili, un nuovo brandello di anima che gli viene strappata via come i tasselli di un puzzle, è felice. Non si possono salvare tutti, ma in quella notte passata hanno salvato qualche vita in più.

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