lunedì 15 settembre 2014

a good hell

Capital City, Settembre 2516


Sono le 21.39 circa.
L'appartamento è all'undicesimo piano di una palazzina del quartiere popolare vicino alla stazione ferroviaria: un isolato dai binari dei treni, tre dalle corsie della superstrada. Per niente un bel quartiere; non per riposare.

Una donna sulla trentina ha raggiunto l'appartamento...2. Due. Qualcosa non gli torna. Aggrotta la fronte, confusa, e controlla i due appartamenti adiacenti: 51 e 53. Scuote il capo. Si è trascinata una valigia con la sinistra, mentre nella destra regge la busta con il cibo cinese che ha comprato al volo sotto casa, prima di salire; ce n'è abbastanza per due persone. Lascia la presa dalla valigia, passa la busta in quella mano, così che con la mano libera pigi sul citofono. Non suona. Riprova: nulla. Sbuffa: bussa tre volte; ancora niente.
Stai a vedere che l'idiota se l'è dimenticato.
Un passo indietro, gli occhi color nocciola e dal taglio orientale spaziano tutto intorno alla porta. Nota lo zerbino. Sorride. Si piega sulle ginocchia e solleva lo spesso zerbino verde pisello - pessimo gusto - commentando e recuperando la chiave di riserva con la quale apre la porta per poi infilarsi dentro l'appartamento. Chiusa la porta, lascia la valigia nel salottino, così da raggiungere la cucina e mettere il cinese sul tavolo. Non ha neppure bisogno di accendere la luce: la grossa insegna al neon che è appesa sul loro palazzo illumina quasi a giorno la cucina ed il salotto comunicanti. A quel punto recupera il cortex ed abbassa lo sguardo sul display, preme due volte, poi si ferma. Lo vede: nero, filiforme e sottile. Un paio di slip femminili buttati sul pavimento. Resta con gli occhi lì fermi per dei secondi.
Magari ho sbagliato piano.
Ma quando ci fa più attenzione nota che vestiti a terra delineano un percorso ben preciso, dalla cucina, al piccolo corridoio dal quale poi si aprono sia il bagno che la camera da letto. Decide di passare oltre gli slip e di seguire quel percorso: prima una maglia a maniche corte verde militare, di stampo maschile, poi una camicetta azzurra. A quel punto non ha più bisogno di osservare, i suoni che vengono dalla camera da letto sono inconfondibili. Quella donna ha un grande difetto: la curiosità. Al massimo - pensa - ho sbagliato appartamento, che vuoi che succeda. 
Piano, adagio, poggia la mano sulla porta e la fa scorrere per aprirla più della metà ed avere una chiara visuale del letto ad una piazza e mezza e delle due persone che sono lì sopra. la luce di una piccola lampadina illumina la stanza. Sorride abbondantemente, prende posizione poggiando la spalla al telaio della porta ed incrociando le braccia davanti al petto. E solo all'ora, si schiarisce la voce. L'uomo balza di schiena, infilando la mano sotto il materasso, evidentemente pronto ad estrarre qualcosa, la giovane donna non riesce neanche a realizzare cosa potrebbe accadere, immobile come prima. L'autrice della marachella scoppia a ridere invece.
Bum: morto, Sly Boy
What the fuck!?
E prima di rilassarsi, deve mettere a fuoco bene la donna. Fatto, sospira velocemente, riprendendo la mano da sotto il materasso e portandola alla faccia insieme all'altra.
Go to hell, Lyn.
Accetto volentieri un abbraccio, se prima però ti metti qualcosa addosso. Sei nudo come un verme.
Ma nonostante quello scambio di battute scambiato come tra due fratelli, o due commilitoni, nessuno sembra essere a disagio per quella situazione creatasi. Ma non sembra pensarlo allo stesso modo anche la ragazza, sdraiata sul letto e con le lenzuola tirate pudicamente sopra i seni a coprirsi. Drake ride come un idiota, Lyn sbuffa qualcosa come muoviti che sennò si fredda e quella povera donna di pessimo umore, e senza spiccicare una parola, raccoglie i vestiti, se li rimette rapidamente, e lascia l'appartamento.

Tornavi stasera. - Drake, dopo essersi sfregato i capelli, getta dietro la schiena il cappuccio dell'accappatoio. - Me l'hai detto e me lo sono dimenticato.
Ho notato, ho notato. Se non fossi abituata alla vista del tuo brutto culo, avrei quasi perso l'appetito. A proposito, carina la tua amichetta; carino anche l'occhio nero.
Prima è passato George, mi ha visto con l'occhio nero e si è preoccupato, nonostante mi abbiano già medicato. Però non aveva tempo di pensarci lui ed allora ha chiesto il favore ad un'infermiera di fare un salto: una giovane acrobata appassionata di Pyramid.
Per essere un'acrobata, non si muoveva gran chè.
E' perchè non le hai dato il tempo di scaldarsi.
Da parlare ce n'è molto, degli ultimi mesi e delle ultime settimane in particolare. Il lavoro, i Marauders, la difficoltà nelle tratte spaziali e le precauzioni delle compagnie civili.
La compagnia dove lavoravo ha perso molte navi nel border, poi ha cominciato a ritardare i pagamenti ed infine è fallita. E chi ci doveva pagare è fuggito nel 'Rim pur di non risarcire i suoi dipendenti. Ed ora mi trovo senza lavoro e senza un soldo. Non ti avrei invaso casa se non fosse stat...
Finiscila. Casa mia è casa tua. Puoi restare per tutto il tempo che vuoi.
Ti prometto che durerà poco.
Perchè invece, non cerchi un'appartamento più grande, che ci dividiamo in due? Mi sono stufato di questa bettola.
A quella proposta Lyn sorride raggiante, riacquistando il suo solito umore solare che quel discorso era riuscito a farle perdere.
Un appartamento non troppo lontano dallo stadio, così la mattina andiamo a correre.
Affare fatto Garden Runt.
E quel lavoro per la, come si chiama? Ah, si, la Shield. E' ancora valido Prick?
Certo, quando vuoi, vai a parlare con Coco.
Perfetto, chiappe mosce. Ora, mi butto in doccia. Ci vai tu sul divano?
Certo che si, Pea Princess.

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