Capital City, Ottobre 2516
Accendi il notiziario, Drake.
Susan interrompe un silenzio opprimente. Drake è nel suo appartamento quando fuori dalla finestra il cielo tuona di lampi rossi; da lì a pochi minuti avrebbe dovuto accompagnare Helena a teatro. Drake ha in mano una lattina di un estratto alcolico al sapore di luppolo fermentato, birra sintetica, mentre attende che sua figlia si finisce di preparare. Susan sta lavorando su un articolo, immersa con la testa sui file del deck. Helena è nell'altra stanza.
L'attacco, iniziato in modo sincrono alle 21.30, ora locale di Capital City, Horyzon, è stato massiccio quanto spietato...
Ed il silenzio questa volta viene interrotto dai cortex che vibrano, suonano, ma che nessuno accende.
Il cantiere spaziale militare George Smith Patton è stato invece completamente distrutto, assieme alle corazzate...
E' in quel momento che Susan ha un fremito, improvviso. Getta via gli occhiali sul deck per digitare freneticamente una frequenza sul proprio cortex. Il terrore sul suo viso è talmente vivo che lo si potrebbe immortalare indiscutibilmente.
Cosa c'è Susan?
Mio padre..era..era al Patton.
Lei balbetta, terrorizzata, tesa. E quando la frequenza cortex non trova contatto con il destinatario, abbandona la presa lasciando il cortex sul tavolo.
Non risponde. Non risponde.
Per Drake la soluzione è una sola. Prende il cappotto dell'ex moglie e glie lo stende.
Vai a chiamare un taxi, ma non ti muovere. Vengo con te.
E cerca il contatto, sulla spalla e sul viso della donna per tentare di infonderle più calma, e più coraggio. Un cenno del capo e lei annuisce. Si avvia, Helena, sul ciglio della porta, ascolta, guarda, in silenzio. Questa volta è a sua figlia che si avvicina e le poggia entrambe le braccia sulle spalle piegandosi sulle ginocchia.
Resta qui finchè non torniamo. Chiamo tua zia Lois. Resta con lei, right?
Yes, dad.
Good, darling.
La bacia sulla fronte, prima di rimettersi in piedi ed avviarsi alla porta e raggiungere Susan ormai fuori dall'appartamento.
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