domenica 4 gennaio 2015

senses

2516

Ha sempre intuito quando qualcuno se ne sarebbe andato via per sempre: se fosse giunta la Morte a raccogliere un altro trofeo, oppure i quarantuno pianeti del 'Verse e i miliardi di parsec di spazio che li circondano.

Nelle ultime settimane della R.E.D. sentiva qualcosa nel petto, una sensazione di disagio che precedentemente non aveva mai sentito. Le settimane passate con Coco su Greenfield insieme agli altri volontari nella ricostruzione post terremoto erano diventate piene di scontri, divergenze via via sempre più fitte che puntualmente sfociavano in una tensione condivisa da entrambi. Non avrebbe immaginato, ma qualcosa tentava di avvisarlo, che presto quelle tensioni avrebbero portato ad un punto di rottura. Coco è su Meili, e potrebbe raggiungerla in qualunque momento, parlare, tentare di tirarla fuori da sotto il cielo inquinato che ha scelto come esilio; ma non la raggiunge, non parla, non tenta. Parte di sè pensa che la pena che la donna si è auto-inflitta sia giusta.

Quando alla 503 di Dorian Street sono stati recapitati i libri per Helena, non aveva sentito niente. Una settantina di libri cartacei e digitali, tutti che riportano la stessa dicitura: Lee Chernenko; e sono soprattutto manuali, saggi e trattati di comparative politics e storia politica e delle istituzioni. Alcuni offrono prospettive equilibrati, alcuni sono più marcatamente filoalleati e alcuni sono scritti da luminari del Rim, più filo indipendentisti. Perchè la futura presidente non faccia gli errori dei suoi predecessori. Ci ha riflettuto in seguito se il suo sesto senso avesse fatto cilecca, che anche un ragazzino si sarebbe dovuto accorgere che qualcosa non andava, che Lee stava per fare qualcosa di avventato. Ma lei è tornata, viva e - poi - libera. Non ha sentito niente durante la notte passata a bere con lei e a perdere a holo-biliardo in un bar nella periferia di Capital City. Quella sensazione di disagio gli comincia a premere sul petto solo la mattina successiva, quando Helena prende appunti alle spiegazioni di Lee, di molte di quelle terminologie politiche dei suoi libri, troppo avanzate per l'istruzione di una ragazzina di tredici anni. Le ha guardate per tutta la mattinata e durante il pranzo, perlopiù in silenzio. Avrebbe potuto dire qualcosa quando ha accompagnato Lee all'ascensore, ma si è limitato ad un sorriso ed un abbraccio. Un see you stretto nell'accento di New London City.

Ha una sensazione simile ogni volta che mette piede nel cimitero di Oak Town, di fianco al Saint Quentin. Ogni mattina, ha quella feroce sensazione di disagio nel petto quando legge l'epitaffio incisa su una delle tombe cittadine. We fought Serenity so that you'll live it. Ogni mattina su quella holo-lapide ci sono fiori freschi, messi da lui o messi da padre Baldwin (un piacere, di un amico). Resta davanti a quelle ossa sperando di non dimenticare il tempo in cui erano carne e parole. Eppure sente che quel ricordo sbiadisce ogni giorno, ogni mese, ogni anno; restano solo ossa ed un'immagine in movimento per pochi secondi, su una lapide sbiancata dalla neve. Non avrebbe immaginato, anni prima, che si sarebbe trovato a mettere fiori su una tomba. Su quella tomba.

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