sabato 8 novembre 2014

cold smell

Capital City, Novembre 2516

Il borsone da viaggio viene organizzato con perizia, mettendo all'interno abiti spessi e pesanti.
Farà così freddo a New London?
Mi hanno detto che ha cominciato già a nevicare.
Helena aiuta suo padre nel piegare e nel mettere gli abiti in valigia. Abiti che basteranno per un paio di giorni, un fine settimana oltremondo. Sono quasi dieci anni che Drake non rimette piede a New London, che ha tagliato tutti i ponti con i propri genitori, escludendoli completamente dalla propria vita e da quella della sua famiglia. Il proprio orgoglio fatica ancora a capire perchè Drake abbia improvvisamente deciso di ritornare sui propri passi: cerca di farsi sentire, scalciando nella testa del suo ospite; ma la voce della ragazzina riesce ad anestetizzarlo ogni volta che la sente.
Zio George mi ha fatto vedere delle foto dei nonni, a casa sua. Tu non ne hai casa. Perchè?
Io e il nonno - Esita. Ingoia. Prosegue. - abbiamo avuto delle divergenze.
Ti ha cacciato via di casa, mi ha detto lo zio. E' per questo che lo odi?
No, Helen, non è per quel motivo.
Ritorna a guardare nella valigia ma smettendo di metterci dentro i vestiti.
Ma questo non significa che tu non li debba conoscere.
L'aggiunta conclusiva è un sigillo in ceralacca alla propria dichiarazione d'intenti.



New London City, Aprile 2498



La casa dove è cresciuto Drake è modesta, piccola per un nucleo familiare composto da cinque persone. E non la ricordava così silenziosa; ma erano anni che non rimetteva piede lì dentro. Probabilmente non l'avrebbe mai fatto se non fosse stata Susan ad insistere. Michael ha lasciato l'abitazione da quando si è trasferito alla Casa di New London, George invece ha preso posto di fianco a lui, così come ha fatto anche la fidanzata. Sull'altra poltroncina, di fronte, siedono Julie e James Russell. La prima è silenziosa, coperta dall'ombra ostile del marito che in quei minuti è rimasto a guardare suo figlio con uno sguardo severo e duro. Uno sguardo che si riflette, come uno specchio più giovane, dal figlio al padre. Susan ha un sorriso solare sul viso, che accompagna tutto il discorso che nessuno sembra intenzionato ad interrompere.
Ci sposeremo a giugno. Abbiamo deciso di anticipare le nozze per via della bambina.
E non è difficile scorgere il leggero rigonfiamento dello stomaco della donna.
Potreste svolgere la cerimonia al Tempio del Loto Bianco. Anche io e James ci siamo sposati lì.
Sarà unicamente una cerimonia civile, mà.
Perchè - James solleva un sopracciglio, contrariato - qual'è il problema?
Dad - George intercede, scorgendo la tensione che si comincia a sollevare tra suo padre e suo fratello. - per favore.
George. - Ma è Drake a sollevare un braccio, chiedendogli tacitamente di non intromettersi. - James. La decisione è stata presa.
Ma James non prende bene quel tono di chiusura, imperativo. Susan stringe il braccio del futuro marito, sperando che quel contatto stemperi l'animo di Drake e lo rabbonisca ma senza nessun risultato. 
Se speri di avere la mia benedizione invitandoci al tuo matrimonio con una - l'occhiata che Susan è costretta a subire non è piacevole: piena di un giudizio altezzoso e arrogante. - con la prima donna che si è fatta mettere incinta..
In quel momento il corpo del Caporale ha un sussulto istintivo, balzando in piedi dal divano e facendo un solo passo avanti. E' un istante: James si ritrova a terra con la bocca sporca di sangue mentre Drake ha il pugno ancora teso. Susan gli riprende il braccio, cercando di tirarlo indietro. Julie trema, immobilizzata dalla paura, George soccorre suo padre. Guardandosi intorno ha l'impressione di essere rimasto solo. Recupera prima la calma, poi gli inviti sotto la giacca che getta sul tavolino.
La data è scritta sugli inviti.
Dà le spalle a tutti, avviandosi verso l'uscita. Susan, impietrita, non ha la prontezza di dire nulla ma lasciando trapelare una certa desolazione per ciò che è accaduto. 
C'è solo un'esclamazione rabbiosa - Go to hell, Drake! - di James, poco prima che la porta dell'appartamento si chiuda alle loro spalle.


New London City, Novembre 2516



Drake ricorda alla perfezione la periferia nord di New London City, i cinque isolati che circondano il capolinea della ferrovia sopraelevata che attraversa la cittadina a partire dallo spazioporto.

Sei cresciuto qui, dad?
Helena è avvolta in un cappotto abbastanza pesante, guanti sciarpa e cappello di tessuto sintetico: l'umidità planetaria rende le temperature planetaria più basse di qualche grado rispetto agli pianeti centrali. Il cielo è limpido ma ai lati della strada e dei marciapiedi si può scorgere il rimasuglio delle prime deboli nevicate. Gli occhi dell'uomo temporeggiano su una di quelle pozze di ghiaccio, sovrappensiero, valutando i cambiamenti del suo quartiere natale in quegli anni. Non risponde, tant'è che la ragazzina gli agguanta la mano e gli scrolla il braccio. Lui rinsavisce.
Proprio lì.
Indicando un condominio basso, di pochi piani, incastrato a schiera tra altri fabbricati della medesima forma e colorazione. In strada un paio di anziani accompagnano i propri cani a passeggio, mentre un'addetto alla manutenzione prende nota dei diversi lampioni non funzionanti; una giovane coppia si scambiano baci e sorrisi appoggiati ad una skybike mentre si sentono ancora le voci dei ragazzini che approfittano della luce solare rimasta per giocare a pyramid nello spiazzo di un magazzino recintato da ferro arrugginito. L'odore di carne alla brace (simulato alla perfezione da qualche diavoleria chimica) proveniente dal Billy's è esattamente l'odore di casa che ricordava.

Una volta raggiunta la soglia dell'appartamento, batte qualche colpo sulla porta. L'attesa dura un minuto e ad aprire è una donna di mezza età dai capelli chiari. Nonostante la barba sul viso dell'uomo, nonostante gli anni, l'istinto materno è forte. Lei non dice nulla nè lascia che qualcuno parli: di getto, allarga le braccia per stringere suo figlio. Piange.
I'm sorry.
Don't worry. 
Helena segue la scena con un sorriso che gonfia le guance puntellate dalle lentiggini. Lascia il tempo a sua nonna di lasciare la presa ed asciugarsi gli occhi, per rendersi conto anche di lei.
Piacere, io sono Helena. - Allungando una mano verso Julie.
Julie è perplessa, confusa. Guarda Drake e poi di nuovo Helena; inspira a fondo, sorridendo timidamente. Afferra la mano della nipote con entrambe le mani rugose.
Helena, che bel nome. Io sono Julie, ma puoi chiamarmi nonna.
Drake le guarda, abbozzando un sorriso nervoso ma sincero.
Hai tempo per una passeggiata, mà?
Sure. Prendo la giacca.

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