Capital City, Luglio 2516
Sono circa le sette del mattino. L'appartamento è all'ultimo piano, un grande attico di un palazzo residenziale non troppo distante dalla scuola pubblica della capitale, ed a pochi chilometri dal centro cittadino. La mano destra regge un grosso ombrello mentre la sinistra tiene nascosta dietro la schiena un mazzo di rose variopinte, di carta. Bussa due volte prima che il portone 503 venga aperto da una donna bruna, sulla trentina, vestita di un tailler scuro ed elegante ma sobrio.
Susan.
La barba, spuntata e sistemata, non nasconde il sorriso del neolondinese. Eppure si potrebbe notare un leggero imbarazzo e soggezione, come di chi non sa cosa aspettarsi da quell'incontro programmato.
Drake.
C'è un attimo di silenzio, durante il quale la porta non viene ancora del tutto aperto. La donna si prende qualche secondo per squadrare dalla testa ai piedi l'uomo che sosta ancora sull'uscio.
Si, scusami, entra pure.
Si sposta, portandosi dietro la porta e permettendo l'ingresso di Drake all'interno dell'appartamento. Si guarda intorno, l'appartamento ammobiliato con gusto in stile moderno e con colorazioni che vanno dal bianco al rosso.
Ho pensato che ti sarebbero piaciuti.
E solo quando è oltre la porta, rimasta aperta, che consegna il mazzo di fiori finti all'ex moglie. Lei non li rifiuta rigirandoseli tra le mani e rigirandosele tra le mani pensierosa.
Quattro anni, Drake. Avresti dovuto comprarne di più, e non di carta, se speravi di farti perdonare così facilmente.
Non sono per quello. Mi sembrava solo...giusto, non presentarmi a mani vuote.
La donna non sembra avere nessuna intenzione di abbandonare l'espressione severa del viso ed il rimprovero stampato negli occhi. La rigidità nella postura sembra voler erigere uno spesso muro tra di loro.
Perchè sei tornato?
Ho smesso di bere, Susan, da mesi ormai. E la Casa di Horyzon ha preso in considerazione la mia offerta di securer per gli accompagnatori. Sto solo cercando di risistemare le cose.
Ma il discorso dei due viene interrotto dall'arrivo della piccola Helena, pronta in divisa scolastica per essere accompagnata a scuola. I capelli rossicci sono legato dietro la testa in una coda ordinata e sul viso chiaro sono presenti delle piccole lentiggini. I lineamenti delle labbra, il colore dei capelli ed il naso sono molto simili a quelli di sua madre; ma gli occhi azzurri e la testardaggine sono tutti di suo padre.
Ciao papà.
Hai deciso di crescere tutto in una volta Helen?
Dov'è lo zio George?
Oggi ti accompagno io a scuola.
La ragazzina sbuffa, superando i genitori ed uscendo dalla porta già pronta a raggiungere l'ascensore. Drake guarda gli occhi della ex moglie la quale scuote leggermente il capo.
Dalle tempo.
~
Le secchiate d'acqua vengono gettate sopra le strade di Capital City, infrangendosi sull'ampio ombrello che copre entrambi, padre e figlia. Non hanno parlato molto in quei minuti di strada a piedi che divide l'appartamento della ex moglie con la scuola, un lungo viale pedonale che costeggia un grande parco.
Come sta andando la scuola.
Mi sembra di essere in una classe di idioti.
Non è bello dire ai tuoi compagni che sono idioti, solo perchè sei più sveglia di loro.
No, dad. Sono idioti. I maschi passano il tempo a lanciare palline di carta agli angoli dei corridoi, accapigliandosi come scimmie; le altre femmine starnazzano con flauti e violini.
Non riesce a trattenere un lungo sorriso, sentendo quella descrizione colorita dei coetanei di sua figlia, mentre cerca di ricordare com'era lui ed i suoi coetanei alla loro età.
A te non piacciono gli strumenti musicali?
Per fare cosa?
Beh non lo so: un giorno magari potresti diventare famosa come Liqin Hu, oppure entrare nella Shouye.
Ma la piccoletta dai capelli rossi scuote il capo velocemente e ripetutamente, stizzita dalle proposte di suo padre.
Lo zio George ogni tanto mi porta a vedere la Blue Sun Building, e nonno John una volta mi ha fatto vedere il motore a fusione di un Avenger.
La ragazzina solleva la testa, cercando in alto il viso di suo padre.
Sono belle le navi della Marina?
Ne vuoi vedere una, da dentro?
Gli occhi di Helena si illuminano ed il sorriso le riempie il faccino. Annuisce, estasiata.
Non ti prometto nulla, ma posso chiedere al Capitano Aguilar, dell'ottava Flotta, di fartici fare un giro. Che ne dici?
Would be great!
L'espressione estasiata della ragazzina gli potrebbe bastare, come ricordo, da lì a tutta la sua vita, così come il sorriso che gli rivolge colmo di gioia. E poi quando raggiungono l'ingresso della scuola, Helena fa cenno al padre di chinarsi per ridurre l'altezza, e prima di salutarlo gli da un forte abbraccio.
Non andartene più, però.
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