Capital City, Agosto 2516
Il Jazz era uno dei suoi vizi giovanili che, con gli anni, non aveva mai perso.
Ed il Bolden Sax quella sera ha ospiti illustri a suonare sul palco: questo significa che per entrare bisogna essere eleganti, ricchi o famosi. Drake ha rispolverato dal suo guardaroba un vecchio completo elegante, risalente a prima della Guerra; quando se lo prova gli sta ancora a pennello. Ed anche con una spuntatina alla barba ed una sistemata ai capelli, essere elegante non gli viene male; ma non è ricco nè famoso. Ha però lavorato a lungo per il Bolden, da buttafuori: il suo giro di conoscenze riesce ad infilarlo nel locale.
Ha assistito allo spettacolo stando seduto ad uno degli sgabelli del bancone, con la giacca gettata sulle gambe, i primi bottoni della camicia slacciati e la cravatta dal nodo allentato. I capelli in quelle tre ore hanno perso la piega ordinata che avevano all'inizio, riacquistando la loro solita autonomia. E' alle prese con l'ennesimo cocktail analcolico, di una tonalità verde brillante ed improponibile, al sapore di mela e di limone; il fatto stesso che venga riconsegnato al barman vuoto solo per metà dice molto. Controlla l'ora sul proprio cortex pad: le due passate. Riprende la giacca con l'intenzione di alzarsi dal bancone.
Due whisky, uno doppio.
Una mano piccola e delicata ferma il neolondinese sullo sgabello, facendo una leggera pressione dall'alto sulla spalla. Una voce femminile che viene associata ad un volto solo quando lui alza lo sguardo per inquadrarla per bene.
Lois?
La giovane donna sorride abbondantemente, non opponendosi al movimento dell'uomo quando egli si alza dallo sgabello per cingerle i fianchi e baciarla sulle due guance. Il sorriso viene ricambiato.
Non dirmi che hai smesso di bere, Drake.
Una novità recente, my dear.
Come la barba?
Più o meno.
Lois ha un viso giovane, liscio e con pochissime rughe; i capelli neri tenuti corti ed acconciati al dettaglio sono in sintonia con il vestito lungo ed elegante, nero anche quello. Un corpo sottile e delicato, delineato da quell'abito che ne scopre la schiena e le braccia, oltre che le clavicole ed il petto senza però risultare volgare. Trent'anni appena, ma ne dimostra una manciata in meno.
Ho accompagnato Helene a comprare i libri, proprio questa mattina, dopo che Susan ha messo nuovamente avanti il lavoro a vostra figlia. Ho scoperto oggi che sei tornato a Capital City, da mia nipote. Va bene mia sorelle, ma almeno tu potevi scrivere.
Lui scuote il capo, desolato, facendo per aprire bocca ma venendo distratto dal bicchierino di scotch che gli viene servito; il doppio che viene invece prontamente recuperato dalla donna seduta di fianco a sè.
Perdonami. Sono un pessimo cognato ed un pessimo amico.
Lois ha sempre avuto un modo di porsi magnetico: la postura, lo sguardo, quando sorseggia il whisky o quando si accende una sottilissima Peacock's aromatizzata. Lui al contrario tira fuori una tozza e stropicciata Engine Light, dal fumo scuro e dall'odore forte, quasi fastidioso.
Come stai? Sono... - deve pensarci qualche momento - quattro anni...
Volati, tra l'altro. - Ammette la donna, sollevando leggermente la spalla sinistra. - John è morto poco dopo che sei andato via: cancro ai polmoni causato dalle radiazioni prese a Serenity Valley; Cole Kane, un altro Marines che ho sposato successivamente, è stato ucciso dai Confederati su Saint Andrew. - Eppure sul suo viso non c'è dispiacere, nè rammarico: come se fosse un ricco commerciate al quale sono colate a picco due Refit della sua vasta flotta. - Ed eccomi qui, vedova e con due pensioni.
Drake non nasconde l'espressione del volto perplessa, rammaricata: fissa Lois negli occhi con la stessa confusione che si ha quando si percorre una vecchia strada della quale però non si riconoscono gli incroci. Lois sorride di nuovo, spostandosi sullo sgabello così da avvicinarsi maggiormente al suo interlocutore. Un - come stai - rigirato al londineer.
Sempre divorziato, sempre senza un dollaro, sempre a zonzo cercando di sbattere in gabbia i figli di puttana, ma senza la Bluejack.
Ma astemio.
Esatto.
Però non ce la fai; guardi continuamente il tuo bicchiere e ce l'hai scritto in faccia che vorresti bere. Stai sudando.
E lei non sta sbagliando: buona osservatrice, ottima deduttrice. E' da quando ha avuto quelle coordinate spaziali dal vecchio pilota indipendentista che fatica a non bere, che la testa gli pesa come un macigno e non trova nulla che possa alleggerirgli la testa. Non si stupisce neanche di trovarsi Lois a fianco proprio ora, proprio in quel contesto così delicato. La sigaretta viene spenta nel posacenere, esausta. Il bicchierino di scotch svuotato in un solo sorso. Sentire quel sapore in gola, dopo anni, così familiare ma allo stesso tempo così estraneo, lo riporta alla lucidità come se avesse incassato un pugno nello stomaco. Tutto gli è subito chiaro. Sposta l'attenzione dal bicchiere a Lois, poi al barman, chiedendone il conto e pagando tramite il chip nel polso.
Sono quasi le tre, Lois. Meglio se ti accompagno a casa.
Te lo stavo per chiedere io.
Non se lo fa ripetere, nè esita nello scolarsi il suo doppio whisky come fosse acqua naturale.
E poi da me ho dell'ottimo scotch proveniente da Greenfield: devi salire assolutamente ad assaggiarlo.
Nè lui, una volta riportata la donna alla sua palazzina, si farà ripetere l'invito di seguirla nel suo appartamento.
Lois Locke, 2516